Fino al 2023 e anche oltre, pur essendoci le elezioni politiche. Il “partito” di Mario Draghi a Palazzo Chigi sine die prende forma, almeno a parole. Lo fa nel campo moderato, quello che va Silvio Brelusconi a Carlo Calenda. Per dirla con le parole del coordinatore di Italia Viva Ettore Rosato, ecco i “draghetti”. Nel giro di 48 ore, mentre Enrico Letta propone un mega-tavolo con tutti i leader della maggioranza per blindare la legge di Bilancio e ‘pilotare’ l’elezione del presidente della Repubblica per proteggere il premier dal ‘totonomi’, nell’area di centro(destra) parte la ola per l’ex numero uno della Bce.
Berlusconi rivendica di essere il “primo sostenitore” di questo governo che “continua a seguire molte delle nostre proposte”. Il leader di Forza Italia si dice convinto che “questo lavoro debba andare avanti fino al 2023, e anche oltre, per consolidare l’inizio della ripresa in atto, che è ancora molto fragile ed esposta a molti rischi”. Dopo il 2023, aggiunge, “saranno gli italiani a scegliere e, io credo, a riportare al governo un centrodestra che, per vincere e governare, deve avere un forte profilo liberale”. Tutto tranne che un’idea isolata, quella dell’ex presidente del Consiglio.
La prima sponda è quella di Calenda: “Penso che Mario Draghi debba rimanere a palazzo Chigi anche oltre le elezioni politiche del 2023 e che per questo vada costruita una coalizione formata da persone serie per sostenerlo che abbiano in comune saldi valori democratici e liberali”, ha spiegato il leader di Azione a Radio 24 rinforzando quanto dichiarato il 19 ottobre stoppando l’idea del nuovo Ulivo lanciata da Letta dopo le amministrative. “Questo paese – disse – deve ricomporre l’Italia seria che una parte sta nel centrodestra e una parte che sta nel campo della sinistra”.
Rientra tutto in quel disegno politico tratteggiato da Rosato negli scorsi giorni. Il coordinatore dei renziani aveva spiegato come l’obiettivo fosse “mettere insieme riformisti, liberali, un’area politica” che lui stesso ha definito “i draghetti”. In altre parole, “quelli che si riconoscono con questo governo, che ci credono, quelli che non sostengono il governo perché meglio Draghi che niente”, ma “perché pensano che questa esperienza di governo, con questa leadership, sia un’esperienza importante per l’Italia e per l’Europa”, invitandole a “lavorare insieme”.