“Se vai a manifestare contro il Green pass senza mascherina, evidentemente il problema è più grave: significa negare il virus”. Il presidente del Veneto Luca Zaia confessa di essere “molto preoccupato” per le 5mila persone che anche questo sabato hanno protestato a Padova per il certificato verde, ma anche per la lenta crescita dei contagi. “La pandemia non è superata”, afferma il governatore leghista nella sua intervista al Corriere della Sera, sottolineando le difficoltà nell’affrontare la quarta ondata mentre in una parte della popolazione, seppure minoritaria, “si è diffusa che l’idea che del virus non si muore o addirittura che il virus non esista. Di certo, il virus sopravvivrà a sé stesso proprio come spaccatura sociale“, analizza Zaia.
Secondo il presidente del Veneto, da tutto questo se ne esce “con la pacificazione, ricordo che la nostra forza è l’essere comunità”. “Rispetto fino in fondo chi ha paura di vaccinarsi – dice Zaia – Ma non posso giustificare i diffusori di fake news e gli agitatori. Un impianto costruito su notizie false e messaggi aggressivi non è accettabile. E’ un gioco pericoloso – prosegue – quello dei manifestanti negazionisti: vedo che chi parla alla gente, magari esponenti della comunità scientifica, riduce il Covid a un’infezione che si cura a casa. È così, nel 95% dei casi. Ma il 5%, dell’ospedale ha bisogno eccome. In Veneto abbiamo avuto 470mila contagiati dal febbraio 2020. Di questi, solo 23mila hanno avuto bisogno del ricovero. Ma i professionisti di queste manifestazioni leggono il dato in modo liquidatorio“.
Quanto al modello austriaco di lockdown per i non vaccinati, il governatore afferma: “Credo che da noi sarebbe di difficile applicazione dal punto di vista costituzionale. E a me piacerebbe pensare a noi stessi come a una comunità, non riempirci di divieti. Come al solito, fa più rumore la pianta che cade che la foresta che cresce. In Veneto, quasi l’85% delle persone è vaccinato. Ma sono molto più rumorosi alcuni di quel 15% che non lo è”. Per Zaia, “in un paese civile e, sottolineo, democratico, deve essere diritto di tutti il manifestare. Ma le manifestazioni non possono trasformarsi in un problema serio per la popolazione. Peggio ancora se la piazza porta ad aggressioni verbali e magari anche fisiche, vedasi Roma e Trieste”.