L’influencer marketing, la disciplina che studia proprio come raggiungere più follower e fidelizzarli, è in aumento. Settori trainanti sono il gaming e la tecnologia, ma anche la cultura, lo sport, l’auto-motivazione
Se chiedi ai teenager perché gli influencer sono i loro idoli ecco la risposta: “Danno consigli e suggerimenti su qualsiasi cosa. Dai giochi al look, dalle scorciatoie per ottenere gadget alle scene più interessanti dei film. Ma soprattutto sono divertenti. E guadagnano divertendosi”. E allora? Che c’è di nuovo? Un giro d’affari da 280 milioni. Su Tik Tok, Istagram, Youtube gli influencer spopolano. Dalla moda al trucco, dal food alle curiosità più assurde, il loro è un mondo in crescita economica. Quanto può valere un post? Si può arrivare anche a 60 mila euro. Dipende da chi sei e da quanti fan ti seguono. L’influencer marketing, la disciplina che studia proprio come raggiungere più follower e fidelizzarli, è in aumento. Settori trainanti sono il gaming e la tecnologia, ma anche la cultura, lo sport, l’auto-motivazione.
Ci sono influencer che si rivolgono solo alle donne vittime di narcisisti, influencer che ti spiegano come devi comportanti per catalizzare l’attenzione dell’interlocutore in una riunione di lavoro, influencer anche nel campo degli esperimenti sociali: “Aiuteresti una persona in carrozzella? Faresti il clochard a Natale?”. Ed ecco spuntare i manuali per aspiranti. Alcuni consigli: “Entra nella testa del follower”, “Mettici la faccia”, “Sfrutta i follower altrui”, “Racconta storie”. Concretezza vissuta: “Se anche stai spiegando come si guarisce dal cancro, al follower interesserà molto di più se potrà vederti coinvolto nella tua narrazione”. E’ quindi l’emozione a fare la differenza. Su “Influencer Italia” compare una guida semiseria. Ecco cosa dice: “Telefona a Maria De Filippi, mandagli un camion di fiori, dille che sei il cugino della figlia di Mubarak, insomma inventati qualcosa ma cerca di entrare in un reality. Se ci riesci…BOOM!”.
In sintesi, farsi conoscere e poi finalizzare la popolarità. Dopodiché il gioco è fatto. Se vai a visitare gli Uffizi di Firenze, come ha fatto Chiara Ferragni nell’estate del 2020, ci sarà il boom di visitatori. A questo punto potrai permetterti di stabilire tu le regole. Quanto guadagna un influencer? Ovviamente dipende dalla fama. Se sei una “celebrity”, una Chiara Ferragni, puoi incassare anche 15 mila euro per un solo post pubblicato su Instagram. D’accordo, sembra uno sproposito, perché una cifra del genere tanti italiani la vedono in un anno, come stipendio o pensione. Ma le leggi del mercato sono diverse. E quello che può apparire un investimento consistente per molte aziende si trasforma in un risparmio. Ben più conveniente di uno spot in tv o la pagina di pubblicità su un patinato. Con un vantaggio in più: l’influencer arriva dritto dritto al pubblico di riferimento, quello che deve essere sollecitato all’attenzione e all’acquisto. Funziona soprattutto sulle fasce più giovani e nel settore della moda. Il sogno di molti pubblicitari: centrare il target a colpo sicuro.
La manna è rappresentata dai ragazzi e il loro social di riferimento, Tik Tok può garantire una retribuzione ancora maggiore, con 60 mila euro per una serie di messaggi ben studiati e ben piazzati. C’è l’Olimpo ma anche tutta una serie di figure intermedie: “micro, mid- tier, macro, mega”. E anche il gradino inferiore, quello di partenza. Un “nano” influencer si mette in tasca dai 50 ai 250 euro per messaggio. E’ un mercato in crescita continua. Nel 2019 era arrivato a 180 milioni di euro e già sembrava un record rispetto all’anno precedente, con 104. Oggi ha toccato quota 280 e il trend sembra continuare a salire senza fermarsi. Si va avanti con un incremento medio del 15 per cento all’anno, in un mercato che a livello mondiale vale 14 miliardi, rispetto ai 9,7 del 2020. Nata quasi per gioco, la figura dell’influencer si è trasformata in una vera attività creativa. Per una volta senza marcate differenze di sesso, visto che in questo campo la parità sembra raggiunta e moltissime donne svettano nell’ideale classifica dei preferiti.
Ma quali sono i rami d’attività più praticati dagli influencer nostrani? La moda e la bellezza soprattutto, per il 31 per cento. Poi ci sono i viaggi, il cibo, gli stili di vita, piazzati a quota 18 per cento. Ancora, il benessere e il fitness: mantenersi tonici e piacevoli all’apparenza. Magari anche in pace con se stessi. Ancora, rivolti soprattutto al pubblico adolescenziale, gli esperti di giochi. L’incremento impetuoso del gaming è un fenomeno, anche questo, che da anni registra continue impennate. Oggi l’influencer dev’essere autorevole. Non approssimativo o casalingo.
Ma è il numero dei followers a diventare cruciale. Su Facebook è facile raggiungere grandi numeri. Però è una piattaforma popolata da utenti frettolosi, superficiali, spesso più interessati a diffondere la propria personale esperienza che a raccogliere suggerimenti. Meglio averne di meno, ma su Youtube e su Twich, ad esempio, rivolgendosi a un pubblico tra i 15 e i 30 anni appassionato di gaming. E’ un mercato così dinamico che, chissà, l’influencer del futuro potrebbe non esser più una persona in carne e ossa. I segnali si vedono già. Gli influencer virtuali, o robot-influencer, come sono stati soprannominati, sono già realtà soprattutto su Instagram. Lil Miquela ha 3 milioni di follower, ma è stata creata al computer a Los Angeles.