Tra settembre ed ottobre i prezzi sono cresciuti in media dello 0,7%. Anche questa volta a spingere i prezzi sono soprattutto i beni energetici che risultano più cari rispetto all'ottobre del 2020 di quasi il 25%. Secondo la Bce l'inflazione è destinata a rallentare ma con un ritmo più lento rispetto a quanto inizialmente previsto
L’Istat ha rivisto al rialzo le stime sull’ inflazione di ottobre, collocata ora al 3% rispetto al 2,9% del dato preliminare. Si tratta del valore più alto dal settembre 2012 e del quarto mese consecutivo di aumento. Tra settembre ed ottobre i prezzi sono cresciuti in media dello 0,7%. Anche questa volta a spingere i prezzi sono soprattutto i beni energetici che risultano più cari rispetto all’ottobre del 2020 di quasi il 25%. In particolare le tariffe di luce e gas segnano rincari del 42% mentre carburanti e combustibili del 15%. A cascata sale il costo dei trasporti, in media + 2,4%. Accelerano però anche i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +0,9% a +1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,6% a +3,1%).
L’ “inflazione di fondo”, ossia calcolata senza tenere conto dei beni soggetti alle maggiori oscillazioni e quindi energia ed alimentari freschi, sale da +1% a +1,1%. L’inflazione acquisita per il 2021, ossia il dato che si avrebbe a fine anno in caso di variazione nulla nei prossimi mesi, è pari a +1,8% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo. L’inflazione italiana si colloca nella fascia bassa tra i paesi dell’area euro. In Germania il carovita ha raggiunto in ottobre il 4,5%, in Francia il 2,6% in Spagna il 5,5%.
Ieri, in audizione al Parlamento europeo, la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha affermato che l’inflazione si ridurrà nel corso del 2022 ma con un ritmo più lento di quanto inizialmente previsto. Secondo Lagarde, in base all’andamento dei contratti futures (accordi per acquistare o vendere un bene entro una data futura ad un prezzo prestabilito) i prezzi dell’energia dovrebbero iniziare a scendere significativamente già nella prima metà del prossimo anno. La presidente della Bce ha anche affermato che “La carenza di materie prime, attrezzature e manodopera pesa sulla produzione manifatturiera, indebolendo le prospettive a breve termine. Sebbene la durata dei vincoli all’offerta sia incerta, è probabile che persistano per diversi mesi e si attenuino gradualmente solo nel corso del 2022″. L’amministratore delegato di Deutsche Bank, Christian Sewing, ha invitato la Bce a inasprire la politica monetaria e a prendere “contromisure” all’aumento dell’inflazione, che sta producendo “effetti collaterali rischiosi e durerà più a lungo di quanto previsto”.