La collezione è stata valutata dal curatore fallimentare 400 milioni di dollari, cifra già abbondantemente superata. Il No 7, di Mark Rothko ha raggiunto gli 82,5 milioni di dollari, il secondo prezzo più alto per un’opera dell’artista, il Number 17, 1951 di Pollock, ne è valsi 61,2. La famosa serigrafia 'Nine Marilyn's' di Warhol, realizzata poco dopo la morte dell’attrice, 48,5 milioni di dollari
Varie opere di Picasso e Pollock, diverse tele di Rotkho tra cui la “No 7”, la serigrafia di Marilyn Monroe di Warhol, qualche Giacometti e altro, per un totale di 170 opere che nel 2017 il collezionista Henry Macklowe aveva offerto alla moglie Linda quando aveva chiesto il divorzio (che ha ottenuto nel 2018) dopo 59 anni di matrimonio, ma lei aveva rifiutato. Martedì 15 novembre Sotheby’s ha battuto all’asta trentacinque opere per 676 milioni di dollari in quella che è stata rinominata “l’asta del divorzio”. Altre 35 saranno messe all’asta il prossimo anno.
A gennaio 2020 la giudice della Corte suprema dello stato di New York Laura Drager ha nominato un curatore fallimentare, Michael Findlay di Acquavella Galleries, per vendere le opere più preziose entro tre anni. La questione centrale è stata la valutazione della collezione, fissata a 400 milioni di dollari. Ma ieri grazie all’asta si è già abbondantemente superata la cifra. Il No 7, di Mark Rothko ha raggiunto gli 82,5 milioni di dollari, il secondo prezzo più alto per un’opera dell’artista, il Number 17, 1951 di Pollock ne è valsi 61,2. La famosa serigrafia ‘Nine Marilyn’s’ di Warhol, realizzata poco dopo la morte dell’attrice, 48,5 milioni di dollari.
Secondo Artribune il magnate dell’edilizia – proprietario anche dell’Apple Store Building sulla Fifth Avenue – aveva fissato il valore a un miliardo di dollari, ma la moglie non ha accettato, evidentemente a ragione.
Non è ancora chiaro dove siano finite le opere e chi si sia costruito una piccola collezione milionaria, ma secondo la Bbc molti dei dipinti hanno preso la via dell’Asia. Il commerciante d’arte Andrew Fabricant ha detto al New York Times che era soprattutto Linda a collezionare opere: “Ogni singolo lavoro qui è unico e speciale”.