Lo scorso settembre il lido Paradise di Siderno è stato avvolto dalle fiamme di un gravissimo incendio. La struttura si trova su un lungomare meraviglioso, quello della costa jonica reggina, ma pieno di incompiute, altre strutture danneggiate, altre ancora completamente abbandonate.

Il lido Paradise non è un lido qualsiasi. Si tratta di un bene confiscato alla mafia e incendiato. È successo nel pieno della campagna elettorale, senza che nessuno si indignasse abbastanza, dove pochi, come “inpiedipersiderno” hanno chiesto che si indagasse sulle ragioni di quel gesto. Oggi, a distanza di qualche mese, Siderno torna a essere colpita, questa volta al cuore della democrazia.

Le fiamme hanno raggiunto il Comune, il luogo simbolo della partecipazione democratica per il territorio e casa di tutti i cittadini. E tutti si sono destati dal sonno aprendo gli occhi su Siderno. È stata il sindaco neoeletto, Mariateresa Fragomeni, a comunicare la notizia lunedì mattina, con queste parole: “L’incendio di due mezzi del comune apre questa settimana. È ormai evidente che siamo sotto attacco. Un attacco che, per la sua continuità, non lascia spazio a interpretazioni fantasiose o, peggio ancora, negazioniste. Il messaggio è chiaro: vogliono bloccare la democrazia, riportare indietro Siderno. Non passeranno! La nostra risposta sarà nel modo di amministrare, impermeabile a ogni tentativo di condizionamento, in sintonia con le istituzioni dello Stato e nell’esclusivo interesse dei cittadini e del bene comune”.

È chiaro a tutti che l’amministrazione comunale è sotto attacco. Prima dell’incendio dei due mezzi del comune altre due auto di un consigliere comunale erano state date alle fiamme. Poi era stato lasciato un proiettile vicino alle finestre degli uffici del comune. Tutti questi episodi si sono verificati in un mese, il primo mese in cui Siderno ha un’amministrazione, dopo la fine del commissariamento per mafia. Tutti i rappresentati del mondo istituzionale e della politica si sono stretti intorno al sindaco del Partito Democratico.

Sul caso è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e sono stati rafforzati i controlli sul territorio. Ma non basta. L’attacco alle Istituzioni democratiche avvenuto in città è un segnale che non si vuole cambiare, non si vuole un’amministrazione che gestisca il bene comune e imponga delle regole di legalità e trasparenza. Quelle incompiute sul lungomare di Siderno sono il segno chiaro che la cittadina, pur avendo tutte le carte in regola per guardare al futuro, sia ancora legata al passato, per mano di pochi. Per cambiare le cose serve un’azione collettiva: a scendere in campo non deve essere solo la politica e le forze dell’ordine ma tutti i cittadini.

In questo momento quello che è successo a Siderno riguarda tutti, soprattutto quelli che vivono in Calabria. Non si può permettere a nessuno di continuare a distruggere la bellezza. Sabato mattina si terrà una grande manifestazione, chi vuole cambiare le cose dovrà esserci. Sono i cittadini che si devono stringere intorno ai loro rappresentanti e fargli da scudo. La gente onesta è in maggior numero rispetto ai delinquenti che accendono fuochi per distruggere il futuro. Spero che la città riesca a reagire, per non tornare indietro.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

‘Ndrangheta, Dolci (antimafia): “Al centro delle indagini criminalità arcaica e 2.0”

next
Articolo Successivo

‘Ndrangheta, la cosca Molé e l’ingaggio di ex militari peruviani: “Usati come sommozzatori per recuperare i carichi di cocaina in mare”

next