La pessima gestione del sistema calcio in Italia è sotto gli occhi di tutti, dall’annoso problema strutturale degli stadi al più recente caso Dazn, che ha reso edotti tutti gli italiani in materia di buffering, senza dimenticare la guerra tra bande in Lega Calcio. Si potrebbe proseguire nell’elencare tutti i fattori che operano come agenti frenanti a possibili investimenti nel calcio, specialmente da parte di imprenditori stranieri. Eppure negli ultimi anni le proprietà straniere sono aumentate, non solo in squadre di fascia alta (Roma, Inter, Milan) ma anche e soprattutto in provincia: Fiorentina, Venezia, Bologna, Pisa, Spezia, Como. Unendo i puntini, è possibile individuare un minimo comune denominatore in tali acquisizioni: il potenziale turistico di queste piazze. Città d’arte, bellezze naturali (le Cinque Terre, il Lago di Como), luoghi dal potenziale commerciale enorme, nei quali il calcio agisce da strumento di ingresso. Rispetto al calcio inglese, più ricco, più competitivo, gestito in maniera professionale, l’Italia può contare sulla sua grande bellezza. Blackpool non vale Pisa.

L’esempio principe di questo trend è rappresentato da Como, acquistato il 4 aprile 2019 dalla Sent Entertainment Ltd. Dopo tre fallimenti in quindici anni, la società lariana si è ritrovata nelle mani di quella che è diventata la proprietà più ricca di tutto il calcio italiano, forte di un patrimonio di oltre 18 miliardi di dollari, che posiziona i fratelli Robert Budi e Michael Hartono – i due titolari della Sent – rispettivamente al 54esimo e al 56esimo posto nella classifica Forbes degli uomini più facoltosi al mondo. Il Como è gestito dal ramo aziendale che si occupa di televisione e intrattenimento, il cui pezzo forte è rappresentato dal canale OTT Mola Tv, recentemente sbarcato in Italia nel tentativo di ritagliarsi uno spazio nell’affollato panorama della trasmissione di eventi sportivi live che include Rai, Sky, Dazn, Mediaset, Amazon, Eurosport e Helbiz. Si tratta di una strategia di business non unidirezionale, visto che Mola Tv ha firmato con Helbiz Media, distributore esclusivo dei diritti della Serie B italiana all’estero, un accordo triennale per la trasmissione di quattro partite a settimana in Indonesia. Dopo Europa e Sudamerica, la B è quindi sbarcata anche in Asia.

Prima degli Hartono, Como le aveva provate tutte ed era sempre finita allo stesso modo, ovvero di fronte al giudice fallimentare. Dal venditore di sogni Enrico Preziosi (al quale si deve l’ultima – sgangheratissima – apparizione in Serie A) al “Como ai comaschi” dell’imprenditore locale Pietro Porro fino alla pittoresca Akosua Puni Essien, moglie dell’ex Chelsea e Milan Michael, che impiegò solo quattro mesi a portare la società in bancarotta. Il calcio moderno in provincia assomiglia a un giro di ruota alla roulette: chi è costretto a giocarci, raramente trova il numero fortunato. In un ambito così aleatorio, mosso da quelle “logiche illogiche” che solo chi frequenta questo calcio professionistico lontano dai riflettori può comprendere, una città come Como può contare su un plus non indifferente derivante dal suo appeal internazionale. Del resto, senza entrare in sterili quanto inutili polemiche con la storica rivale Lecco, sita sull’altro ramo del Lago, a parità di bellezze artistiche e paesaggistiche è la sponda di Como ad attirare le star, da Clooney a Springsteen, e ad essere scelta come location per le grandi produzioni hollywoodiane, da Star Wars (Episodio II) a Ocean’s Twelve, da Casino Royale al recentissimo House of Gucci – ma i cinefili doc ricorderanno anche un giovane Alfred Hitchcock sceso nell’estate del 1925 a Villa d’Este, Cernobbio, per girare alcune scene de Il Labirinto delle Passioni.

A oltre due anni dall’acquisizione del Como 1907, la proprietà ha concesso un’intervista al quotidiano locale La Provincia di Como facendo parlare Mirwam Suwarso, manager a capo del ramo tv e entertainment della Sent, nonché l’uomo che ha proposto alla famiglia Hartono di rilevare la società. Una scoperta casuale, derivata da una gita fatta da Suwarso nel 2017 quando si trovava in Italia per lavorare ad alcuni contenuti video per l’Inter. Suwarso ha parlato di “triangolo magico” alla base della strategia societaria: “Il calcio, la gente, il business. Le tre cose devono essere allineate e avere margini di sviluppo. Ci piacerebbe fare del Como un brand come quello dei Chicago Bulls o dei Dallas Cowboys, con le dovute proporzioni. Magari il tifoso medio di calcio non conosce i giocatori o contro chi giocheranno la prossima partita, ma ha bene in mente ciò di cui si sta parlando. In poche parole, qualcosa di immediatamente riconoscibile”. Il costante ricorso alla parola marchio farà storcere il naso agli appassionati più tradizionalisti; tuttavia la storia di successo degli Hartono, partiti dalla fabbricazione del tabacco e arrivati a capo di un colosso economico da 75mila dipendenti (senza contare il possesso del 51% delle azioni della Banca Centrale d’Asia), ha dimostrato come conoscano pochi rivali in tema di sfruttamento e espansone dei marchi, si tratti delle sigarette Djarum o della catena di e-commerce Blibli, diventata l’Amazon indonesiana.

Al momento dell’acquisto del Como, mentre la società si trovava in Serie D, Roberto Hartono chiese a Suwarso che la squadra arrivasse quanto meno in Serie B, in modo tale da poter comparire nei videogiochi della Playstation. Anche in questo caso, Suwarso invita a leggere l’episodio secondo l’ottica del marchio. “Non è la storia del rampollo che vuole giocare con la sua squadra. Era una richiesta strategica: se vuoi farti conoscere nel mondo, devi essere presente su determinate piattaforme. I ragazzi vedono la partita una volta alla settimana, ma giocano sette giorni su sette. Il brand Como deve stare lì, questo era il senso della sua richiesta”. E’ stata l’unica richiesta formulata dalla proprietà in ambito sportivo, perché nelle questioni tecniche né gli Hartono né Suwarso entrano nel merito. La posizione di raccordo tra loro e l’area organizzativa-direttiva, composta interamente da elementi italiani, è ricoperta da Dennis Wise, che da quest’anno è diventato anche amministratore delegato della società sostituendo Michael Gandler. L’ex Chelsea, in riva al Lario ribattezzato “no needs” per la risposta con la quale sistematicamente rifiuta ogni richiesta di intervista, dichiarazione o commento, lavora per la Sent dai tempi di Super Soccer, piattaforma che si occupava di calcio per reclamizzare le sigarette, prima che il calo del ramo del tabacco convinse gli Hartono a cambiare strategia. “Ho conosciuto Wise per Super Soccer”, ha ricordato Hartono, “trovando un manager molto capace e diretto che non aveva paura a essere crudo, se credeva in una cosa, ma molto attento e rispettoso delle finanze impiegate”.

Eppure, a livello infrastrutturale, il Como 1907 non rappresenta certo un invito all’investimento. Pur incastonato in un suggestivo paesaggio con vista su Lago, tra il Tempio Voltiano e l’Aereo Club da dove partono gli idrovolanti, lo Stadio Sinigaglia è una struttura al limite del fatiscente, obsoleta e scomoda, anche perché collocata in una zona pessima dal punto di vista logistico e della viabilità. Se a questo si aggiunge che, calcisticamente parlando, l’appeal del Como è limitato ai cultori del vintage, quando i lariani scendevano in campo con lo sponsor Mita e schieravano Corneliusson, Notaristefano e Borgonovo, e che il comasco medio è tutt’altro che caldo e appassionato, il quadro è completo e si torna al discorso iniziale del potenziale turistico in grado di colmare tutte le altre carenze. Nessuno ha promesso di portare la squadra in Europa e questo è già un passo avanti. Sulle rive del Lago di Como si sono visti pullman della squadra rimanere fermi al casello autostradale perché mancavano i soldi per pagare il pedaggio (la citata non-gestione Essien) e “imprenditori” che promettevano tre salti di categoria – dalla D alla A – in cinque anni e la quotazione alla borsa Nasdaq di New York, ma che dormivano nello stadio per risparmiare sull’albergo (Joseph Cala a Lecco). Da qualunque parte la si guardi, la differenza con i proprietari attuali è abissale.

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