“Nel tempo estremamente ridotto che ci è stato concesso è difficile analizzare come questo intenso periodo storico abbia influito sulla nostra situazione. Anzi, mi chiedo se non sia una metafora della marginalità che paradossalmente vede coinvolta tutta la componente studentesca quando si parla di università e formazione”. È iniziato così e proseguito con una ancor più dura accusa alle istituzioni il discorso di Rosalia Selvaggi, rappresentante delle studentesse e degli studenti, durante l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Siena. Selvaggi è intervenuta subito dopo il rettore Francesco Frati e, davanti a una platea che ospitava tra gli altri anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, ha affrontato i temi della precarietà, dello sfruttamento, della marginalità delle nuove generazioni e della sostenibilità dei modelli di sviluppo. Senza fare sconti a nessuno e chiedendo ai presenti di ascoltare le istanze degli studenti. “Si parla del nostro futuro ma si continua a farlo senza di noi – ha detto – il nostro e il vostro fine ultimo deve essere la crescita degli studenti, non il guadagno dell’azienda universitaria. Che prezzo ha l’eccellenza? – ha proseguito – Abbiamo vissuto una pandemia e abbiamo visto il nostro futuro diventare sempre più precario, con l’unica costanza e certezza che il merito venga utilizzato per giustificare classismo e ingiustizie. Si analizzano dati sulle disuguaglianze e si propone come soluzione una maggiore competitività”. Negli atenei “trasformati in palestre di sfruttamento ci insegnano a riprodurre un modello di sviluppo che, guarda caso, è lo stesso che sta distruggendo il nostro pianeta

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