Per molti se non tutti gli addetti ai lavori fu subito spartiacque compositivo e creativo per gli U2 con l’arrivo dirompente anche se fine e aggraziato dell’elettronica. Tanto che Bono stesso lo definirà “un disco che suona come quattro uomini che abbattono The Joshua Tree"
Trent’anni e sentirli il giusto. Anche gli U2 si apprestano a spegnere qualche candelina. L’occasione è proprio il trentennale di un album che nel 1991 fece la storia: Achtung Baby. Per i generici profani è l’album dove si trova One. Per qualche sacerdote irlandese è invece un’opera omnia dove ci peschi ancora bene Mysterious way e Until the end of the world. Chiaro, l’occasione è ghiotta commercialmente per tornarci su con un paio di chicche: un vinile standard e uno versione deluxe (dal 19 novembre). Ma a livello di storia ci sta il ricordo di alcuni dettagli che, volenti o nolenti, amanti o meno di Bono (non Sonny, ma Vox), hanno fatto un po’ di storia sul finire del secolo musicale scorso. Intanto la cover che, ahinoi, ricordiamo già esclusivamente in cd o musicassetta, ha come fatto il giro degli store mondiali (a trovarli, oggi) nonché di ogni autogrill del regno italico tutto per un bel po’ di anni come sorta di reliquia fotografica perenne. Una mucca dublinese, un serpente nero ritorto come una falce, alcuni dettagli degli abiti e degli anelli di Bono e The Edge, il colorato carnevale di Tenerife con gli U2 mimetizzati tra la folla, uno scatto splendido della berlinese Hackescher Mark. Sedici le foto per il quadrato grande di copertina messe insieme da Steve Averill e Shaughn McGrath fornendo attraverso l’apparente frammentazione dell’immagine un’idea di nuova dinamicità e freschezza della band che si era fermata sotto lo statico riflettore puntato su Bono della cover di Rattle and hum (album peraltro splendido, ancestrale, profondo, con Angel of Harlem che ogni volta fa venire i brividi). Per molti se non tutti gli addetti ai lavori Achtung Baby fu subito spartiacque compositivo e creativo per gli U2 con l’arrivo dirompente anche se fine e aggraziato dell’elettronica. Tanto che Bono stesso lo definirà “un disco che suona come quattro uomini che abbattono The Joshua Tree”. Diciamo che anche per la band irlandese inizia l’epoca del suono che si dipana su piste differenti ma contigue fuso tra rumori, voci ed echi. Prendete il minuto, minuto e mezzo introduttivo di Achtung Baby che apre l’album e capirete, per i pochi che non lo conoscono, di cosa stiamo parlando. Un po’ di informazioni e cifre a corollario dell’album uscito il 18 novembre 1991 dopo sei mesi di registrazione tra gli Hansa Studio di Berlino e al Windmill Lane di Dublino. Achtung baby è stato prodotto da Daniel Lanois e Brian Eno con Steve Lillywhite. L’uscita è stata suddivisa con il lancio di alcuni singoli tratti dal disco a partire da The Fly, a cui seguirono Mysterious Ways, One, Even Better Than The Real Thing e Who’s Gonna Ride Your Wild Horses. Grammy Awards come best rock performance; un clamoroso appuntamento di live mondiale a seguire intitolato Zoo Tv Tour; e 8milioni di dischi venduti solo negli Stati Uniti.