Sulle nomine dei vertici della Rai “sono emersi problemi di metodo e di merito“, perché il criterio adottato sembra essere stato quello di “accogliere le istanze di tutte le forze politiche, anche di opposizione, ad eccezione del partito di maggioranza relativa che ha raccolto 11 milioni di voti”. Ma “noi non siamo arrabbiati perché adesso avremo ancora più forza per condurre la nostra battaglia: raccoglieremo le firme per una iniziativa popolare, coinvolgeremo i cittadini” sul progetto di riforma della tv pubblica. Intervistato a Piazzapulita, su La7, Giuseppe Conte rilancia ricordando che il Movimento 5 Stelle ha “un progetto di riforma che passa dall’Agcom, con figure indipendenti che nomineranno i direttori”, su cui intende avviare una raccolta firme.

In subordine “ci va bene anche un modello di fondazione, come la Bbc”, ha spiegato l’ex premier, che mercoledì ha attaccato l’ad di viale Mazzini Carlo Fuortes per la scelta dei nuovi direttori dei Tg all’insegna della “lottizzazione politica” e ha annunciato che gli esponenti pentastellati non appariranno più sui canali Rai. “Addirittura i consiglieri di amministrazione si sono lamentati di non essere stati coinvolti nel progetto, tanto che hanno rifiutato un incontro convocato dopo che era stata presentata una lista preconfezionata“, ha ricostruito Conte. “Da dove arrivava? Su questo non entro, non so se le nomine sono state discusse a Palazzo Chigi. Ma quando io ero premier non c’è stato alcun tavolo a Chigi sulle nomine dei direttori”. Nessun commento sulle parole di Matteo Renzi riguardo alla decisione di non andare più nelle trasmissioni Rai: “I suoi sono esibizionismi personalistici”.

“Renzi? Comportamenti smargiassi degradano etica pubblica” – Conte ha aggiunto di augurare al leader di Italia viva di uscire “indenne” dalla vicenda giudiziaria legata all’inchiesta Open. Ma questo non lo esime dal “rispondere sulla questione etica. Non possiamo consentire a un politico con comportamenti smargiassi e spavaldi di degradare l’etica pubblica”. Il Movimento 5 stelle ha pubblicato sul proprio sito 13 domande sul caso Open “a garanzia dei principi di piena trasparenza e accountability, che devono contraddistinguere l’operato di tutti i politici e che sono fondamentali per alimentare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella classe politica”. L’avvocato ha però confermato di non voler accettare un confronto tv con l’ex rottamatore: “Queste sono questioni serie, non da show. Io non voglio fare un pollaio davanti ai cittadini”.

“Italia viva schiacciata sul centrodestra, questione da affrontare” – Alla domanda sulle modifiche in senso restrittivo al reddito di cittadinanza inserite in manovra, Conte ha risposto che la misura è stata rifinanziata “accogliendo le proposte del M5S”, “aumentando i controlli” e delineando “regole più chiare”. “Più che il fatto che il governo possa pendere a destra”, ha sottolineato, “mi inizia a preoccupare molto una maggioranza che si va definendo e che vede una chiara sinergia tra Italia viva e il centrodestra. Anche oggi Italia viva ha votato con la destra. Non so se quella di Iv è una manovra tattica in vista dell’elezione al Quirinale ma è una questione che dobbiamo affrontare alla luce del sole”.

“Sui decreti sicurezza già fatta autocritica” – Dopo aver commentato l’emergenza profughi al confine tra Polonia e Bielorussia – “Ovviamente sono per le lanterne verdi accese al confine” e non per i blocchi all’arrivo, anche se “la soluzione non può essere qualche iniziativa sporadica dei contadini polacchi” – l’ex premier ha ricordato di aver già fatto autocritica su decreti Sicurezza del governo Conte 1, quando il M5s era alleato della Lega, perché “alcune soluzioni non erano adeguate a risolvere i problemi”. I decreti “sono stati molto articolati. Ci fu sicuramente un confronto, una ridefinizione di alcuni punti qualificanti rispetto a quelli che ci vennero portati dal ministero dell’Interno. Venne raggiunto un compromesso che non è stato l’optimum”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Open, la bestia renziana aveva una darkroom. Carrai: “In una settimana fatti 600 fake”. Lo sfogo di Bianchi un anno dopo: “Due milioni per quel referendum del cazzo”

next
Articolo Successivo

“Fuori i partiti dalla Rai”, l’eterno slogan della politica: tutti contrari (a parole) alla lottizzazione. Videoblob

next