La vicenda Gkn, la fabbrica di componenti per l’industria automobilistica che a luglio ha annunciato la chiusura e il licenziamento dei 422 dipendenti, continua ad avvitarsi su se stessa. Secondo gli operai del Collettivo di fabbrica di Campi Bisenzio “ai tavoli ministeriali le vertenze come le nostre continuano a raccogliere briciole e non detti”. Per i lavoratori “c’è solo il ricatto” dietro il comunicato con cui mercoledì l’azienda, la cui fuga è stata solo temporaneamente fermata dal tribunale del Lavoro, ha fatto sapere a ministeri dello Sviluppo e del Lavoro, Regione Toscana, sindacati e Rsu che il suo advisor avrebbe già raccolto “ben tre proposte che necessitano una immediata trattazione, a partire dallo svolgimento di una due diligence sul sito produttivo ed una verifica delle competenze dei lavoratori, di modo che ciascun interessato sia posto nelle condizioni di elaborare il proprio piano di investimento nel modo più accurato possibile”.
Il collettivo paventa “il rischio di trovarsi di fronte all’ennesimo raggiro da parte di Melrose“, il fondo che controlla Gkn, e ha chiesto “che i nomi dei tre compratori emergano entro ventiquattro ore. E che l’advisor dell’azienda ci trasmetta il piano di reindustrializzazione che, da quanto scrive l’azienda, sarebbe incredibilmente già stato redatto”. Gli operai, confermando su facebook la partecipazione alla manifestazione del 20 novembre a Firenze in occasione dello sciopero studentesco e l’assemblea pubblica a Campi Bisenzio per il giorno dopo, chiedono “continuità occupazionale e dei diritti: stessi posti di lavoro, stessi contratti, stessi accordi”, con la “vendita dello stabilimento in continuità produttiva”, e, in base a questo, “eventualmente attivazione di un ammortizzatore integrato economicamente per traghettare la riconversione”, oltre all’intervento pubblico “a garanzia di un vero ponte verso lo scenario produttivo futuro”. E rifiutano la richiesta di accettare la cassa integrazione per cessazione d’attività: “Non è lo strumento per la continuità produttiva”.
L’annuncio dell’azienda ha lasciato perplessi anche i sindacati: la Fiom Cgil, durante l’incontro online di giovedì a cui ha partecipato anche Invitalia, ha chiesto “verifica, trasparenza e garanzie sugli investitori potenziali e sui piani, per confrontarci anche con Invitalia sulla fattibilità delle proposte” di Gkn. Il Mise prima di riconvocare il tavolo tra le parti starebbe lavorando a una mediazione per favorire la soluzione della vicenda. Ma Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze e Prato e Silvia Spera, Area Politiche Industriali per la Cgil nazionale, lamentano “l’assenza del Ministro e della Vice Ministra a fronte delle comunicazioni unilaterali della Gkn che chiamano direttamente in causa le istituzioni disattendendo gli impegni presi nell’incontro del 7 ottobre” quando di era prevista l’apertura di una trattativa. “Gkn con la missiva del 17 novembre ha invece confermato il fatto che non ha modificato la propria posizione: liquidazione e licenziamenti entro l’anno”.
Per la Fiom e la Cgil “è indispensabile, a fronte della lettera della GKN, impedire la riapertura della procedura per il licenziamento dei lavoratori e scoprire le carte sulla continuità occupazionale e industriale dello stabilimento di Campi Bisenzio”. Senza atti concreti “i lavoratori potrebbero essere licenziati come in altre crisi industriali. GKN se ha davvero proposte industriali e non solo sulla carta che garantiscano la continuità occupazionale smetta di giocare con gli annunci e li metta in chiaro nelle sedi istituzionali, a partire da Mise e Invitalia”.