Non solo le tensioni sul decreto Capienze, gli alleati giallorossi non si accordano sul relatore per la legge di Bilancio. I 5 stelle chiedono che siano più di due e alla fine, in mancanza di accordo, deciderà il presidente della commissione Pesco (M5s)
Per capire quanto sarà facile il percorso della manovra finanziaria in Parlamento basta dare un’occhiata a quanto successo sul decreto Capienze, che prima di essere approvato ha visto il governo andare sotto due volte (e in un caso i renziani si sono ritrovati a votare insieme ai Fratelli d’Italia). Anche per questo Enrico Letta aveva proposto un “tavolo di maggioranza”, accolto tiepidamente dai (numerosi) soci di maggioranza. Eppure i problemi eccoli già prima di cominciare e tra l’altro tra gli alleati Pd e M5s. L’oggetto della questione è il relatore sulla manovra per il centrosinistra. Democratici e Liberi e Uguali sono per nominare Vasco Errani, senatore bersaniano, da affiancare al relatore che sarà indicato dall’ala di centrodestra. Ma, nonostante sia una figura di garanzia per la coalizione, i 5 Stelle non sono d’accordo. Alan Ferrari vicecapogruppo del Pd a Palazzo Madama spiega: “Sui relatori voglio essere molto netto: siano persone di riconosciuta esperienza, siano non più di 2 – sarebbe ridicolo se fossero 3 o 4. Per noi del gruppo del Pd il senatore Errani sarebbe in questo contesto la soluzione migliore e sono convinto che valga lo stesso per tutto il centrosinistra e per i Cinque Stelle”.
“Il problema -dice un esperto senatore dem all’Adnkronos- è che la Castelloni è appena arrivata (la neo capogruppo pentastellata, ndr) e vuol far vedere che conta. Ma qui ci sono accordi già presi da tempo, un percorso e una discussione di lungo periodo. Per cui noi come Pd siamo per Errani anche perché abbiamo avuto uno dei nostri come relatore nell’ultimo provvedimento economico e in quello precedente il relatore era stato dei 5 stelle. E poi, insomma, i 5 Stelle non ci sembrano sottorappresentati…”. Il riferimento è al presidente della Bilancio Daniele Pesco e la sottosegretaria Laura Castelli che segue la manovra. Scorie della vicenda Rai sulla quale Giuseppe Conte se la sarebbe presa anche con il Pd? Intanto, per dirla con un ‘eufemismo’, “al Senato è un casino”, ammette un parlamentare. Una soluzione potrebbe essere quella di allargare il numero dei relatori. Al momento non c’è accordo sul nome e la decisione alla fine sarà presa dal presidente Pesco. Se non si trova la sintesi in maggioranza, c’è anche l’ipotesi che il relatore sia uno solo, e da regolamento potrebbe essere lo stesso presidente della Commissione.
Intanto è stata fissata alle 17 di lunedì 29 novembre la presentazione degli emendamenti alla Manovra in commissione Bilancio al Senato, dove inizia l’iter per l’approvazione del provvedimento. L’incardinamento del testo in Commissione, presieduta dal senatore del M5s Daniele Pesco, è previsto per mercoledì prossimo, mentre domani prenderanno il via le audizioni.