Non si ferma l’emorragia di immatricolazioni auto nell’Unione Europea. Ad ottobre sono state 665 mila: il che significa che se ne sono perse il 30,3%, risultato che porta a quattro i mesi consecutivi il cui il mercato continentale è in caduta libera. E la situazione è anche peggiore se si considerano i numeri allargati a Efta e Regno Unito, perché in questo caso il rosso sale al 34,3% rispetto a ottobre 2019, periodo pre Covid.
Tornando all’UE, l’associazione europea dei costruttori (ACEA) fa sapere che quello appena passato è il peggior ottobre da quando le vendite vengono registrate, e che un risultato così negativo è figlio delle performance deficitarie dei mercati chiave continentali: da quello italiano (-35,7%) a quello tedesco (-34,9%), per finire con Francia (-30,7%) e Spagna (-20,5%). Nei primi 10 mesi dell’anno il computo delle immatricolazioni si mantiene leggermente positivo (+2,2%) rispetto al 2020, quando tuttavia la pandemia ha picchiato più duro.
E proprio l’emergenza sanitaria, con la quarta ondata di Covid-19 che in alcuni paesi (come in Germania, ad esempio) è già realtà, unita alla crisi delle forniture di chip per auto, che ne rallenta la produzione e lo farà ancora per buona parte del prossimo anno, non lascia bene sperare per una ripresa in tempi brevi.
In un panorama del genere, considerando il mercato EU+EFTA+UK, c’è da registrare la prestazione convincente di Stellantis, che nonostante un calo del 31,6% ad ottobre è stato il gruppo che ha venduto di più, superando sul filo di lana quello Volkswagen (165.866 immatricolazioni contro 165.309).
Tra le tendenze in atto nel vecchio continente, c’è da segnalare l’avanzata dell’elettrico (sia quello puro che quello ibrido plug-in), accompagnata nel nostro Paese da “forti contrazioni degli acquisti di auto a benzina e gasolio che vanno a vantaggio delle auto ibride senza spina, che utilizzano come carburanti benzina o gasolio”, come spiega in un comunicato il Centro Studi Promotor. Che per bocca del suo presidente, Gian Primo Quagliano, aggiunge: “Non si comprende per quale motivo l’Italia, che dispone in questo momento di risorse eccezionali, non abbia fin qui varato un piano per sostenere il settore dell’auto che è in fortissima difficoltà e che ha bisogno di interventi molto significativi per affrontare la transizione all’elettrico”.