Il giudice ha giustificato la propria decisione spiegando che "la fattispecie delle condotte a stampo razzista e prevede un sistema di sanzioni graduate a carico dei tesserati e delle società, le quali rispondono anche per i comportamenti del pubblico. Tali sanzioni, però, non possono essere forzate unilateralmente dalla società vittima degli episodi di discriminazione"
Avevano deciso di abbandonare il campo di gioco solidarizzando con un compagno di squadra bersagliato dai ‘buu’ razzisti dagli spalti. Ma il Giudice sportivo ha comunque deciso di infliggere la sconfitta a tavolino per 3 a 0 per il Tribano, squadra di seconda categoria del Padovano. Il giudice ha giustificato la propria decisione spiegando che “la fattispecie delle condotte a stampo razzista e prevede un sistema di sanzioni graduate a carico dei tesserati e delle società, le quali rispondono anche per i comportamenti del pubblico. Tali sanzioni, però, non possono essere forzate unilateralmente dalla società vittima degli episodi di discriminazione”.
L’episodio di razzismo è avvenuto domenica scorsa ad appena due minuti dalla fine del match Atletico Granze-Tribano. Un uomo dalla tribuna ha iniziato a imitare il verso della scimmia rivolgendosi a un calciatore 22enne, ex profugo, della squadra ospite. I compagni, nonostante la partita stesse ormai per concludersi, non hanno esitato a interrompere il match e a tornare negli spogliatoi prima del triplice fischio, ricevendo anche la solidarietà degli avversari. Un gesto che però il Giudice sportivo ha ritenuto di dover punire: “La decisione di abbandonare il terreno di gioco può essere compresa dal punto di vista etico, ma non può essere giustificata dal punto di vista della giustizia sportiva”, ha spiegato.
Intanto l’autore del verso razzista è stato identificato: è un ragazzo del posto e nei suoi confronti non sono state ravvisate le condizioni per emettere un Daspo. Secondo il Giudice sportivo non c’era una “situazione ambientale incompatibile” con la prosecuzione della gara. Dunque, la squadra che ha abbandonato il campo subisce lo 0-3 a tavolino e il suo dirigente viene inibito, punizione ridotta a una settimana perché il giudice ammette le “particolari circostanze” e il “comprensibile dispiacere che ha provocato in tutti i tesserati la discriminazione operata a danno del loro calciatore”. Ai giornali il dirigente ha detto di accettare la decisione e di non essere pentito: “Abbiamo voluto dare un segnale, ma conosciamo il regolamento e lo rispettiamo”. Per quanto riguarda l’Atletico Granze, per responsabilità oggettiva dovranno pagare 50 euro di multa e lo stato di “messa in osservazione” se vi fossero in futuro altri episodi.