Dopo l'iter previsto la parola passerà, per la decisione finale, al plenum del Consiglio superiore e se tutto dovesse filare senza intoppi, il voto potrebbe arrivare già prima delle festività natalizie
L’era Prestipino a capo della procura di Roma sta per finire. Entro Natale gli uffici inquirenti della Capitale potrebbero avere un nuovo procuratore capo. La Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura ha dato un segnale dando quattro voti in favore dell’attuale capo dei pm di Palermo, Francesco Lo Voi, che diventa, quindi, il candidato principale nella corsa alla poltrona attualmente occupata dal successore di Giuseppe Pignatone, la cui nomina era stata annullata nei mesi scorsi dal Consiglio di Stato. In commissione un voto è andato al procuratore generale di Firenze, Marcello Viola mentre l’attuale inquilino della Procura capitolina non ha avuto nessuna preferenza. La nomina di Lo Voi è stata proposta dal laico di Forza Italia Alessio Lanzi e sostenuta dal presidente della Commissione Antonio D’Amato (Magistratura Indipendente) e dai togati Alessia Dal Moro (Area),e Ciambellini (Unicost). La candidatura alternativa di Viola è stata invece presentata da Sebastiano Ardita (Autonomia e Indipendenza). Nella votazione odierna si è astenuto per ragioni procedimentali il laico del M5s Fulvio Gigliotti.
La road map prevede che i relatori (Lanzi per Lo Voi e Ardita per Viola) depositino le motivazioni delle due proposte. Una volta pronte saranno trasmesse alla ministra della Giustizia Marta Cartabia che dovrà esprimere un parere sui due candidati. Dopo questo iter la parola passerà, per la decisione finale, al plenum del Consiglio superiore e se tutto dovesse filare senza intoppi, il voto potrebbe arrivare già prima delle festività natalizie. La scelta della Quinta commissione è arrivata a pochi giorni dall’udienza in programma il 23 novembre in Cassazione dove, davanti alle sezioni unite civili, verrà discusso il ricorso di Prestipino dopo la sentenza dei giudici di Palazzo Spada che hanno annullato la delibera con cui nel marzo del 2020 era stato nominato successore di Giuseppe Pignatone.
L’attuale facente funzioni di piazzale Clodio nel ricorso “lamenta il vizio di eccesso di potere giurisdizionale per invasione della sfera di discrezionalità riservata al Csm per una pluralità di profili”. Il Consiglio di Stato aveva dato ragione a due dei concorrenti: il pg di Firenze Viola, nel 2019 candidato della maggioranza e poi escluso dalla rosa dei papabili (una volta esploso lo scandalo dell’hotel Champagne costato la radiazione dalla magistratura a Luca Palamara e la sospensione e le dimissioni a 5 consiglieri del Csm), e il procuratore di Palermo Lo Voi, uscito sconfitto dalla competizione con Prestipino un anno e mezzo fa. Per il massimo organo della giustizia amministrativa, non solo Viola è stato escluso immotivatamente (era del tutto estraneo alla presunte “trame” di Palamara) ma il Csm avrebbe confrontato in maniera illegittima le sue attitudini con quelle di Prestipino, non considerando i ruoli diversi ricoperti, lui di Pg e l’altro di procuratore aggiunto. Questione di titoli superiori anche nel caso di Lo Voi. Il Csm aveva preferito Prestipino per la sua conoscenza delle mafie tradizionali che gli ha consentito di cogliere l’originalità della situazione romana. “Non si comprende come tale capacità non potesse essere riconosciuta anche a Lo Voi”, ha obiettato Palazzo Spada, evidenziando che questi, a differenza del suo concorrente, dal 2014 è “titolare di incarico direttivo”, cioè è procuratore.