La deputata del gruppo Misto Sara Cunial potrà entrare alla Camera per partecipare ai lavori parlamentari senza esibire il Green pass, ma non potrà accedere all’Aula e dovrà sistemarsi nelle tribune. Giovedì il presidente del collegio di appello di Montecitorio Andrea Colletti (Alternativa C’è) ha accolto, con un decreto cautelare monocratico, la richiesta di sospensiva presentata dalla deputata no vax della delibera con cui il collegio dei questori ha introdotto l’obbligo del Green pass per accedere a tutte le sedi della Camera. Il ricorso sarà esaminato dal Consiglio di giurisdizione della Camera l’1 dicembre. “Sono molto soddisfatta di apprendere che l’esercizio del mandato di rappresentanza popolare sia ancora in vigore nel nostro Paese. Da domani tornerò in Aula senza mostrare alcuna tessera di regime“, aveva esultato la parlamentare ex M5s, che dal 15 ottobre scorso non partecipava più ai lavori.
In serata, però, il collegio dei Questori – recependo le preoccupazioni sollevate da vari deputati – ha approvato all’unanimità una nuova delibera in cui si prevede che Cunial potrà sì partecipare ai lavori della Camera, ma solo dalle postazioni nelle tribune, a cui potrà accedere attraverso un percorso predefinito. Le resteranno inibite, pertanto, sia la possibilità di accedere all’emiciclo sia quella di usufruire dei vari servizi negli altri ambienti del palazzo, nonché negli edifici adiacenti che fanno capo all’amministrazione della Camera.
L’ex rappresentante dei 5 stelle aveva presentato ricorso contro la delibera dei questori, e come lei anche altri deputati e dipendenti di Montecitorio, al Consiglio di giurisdizione, il tribunale interno di primo grado di Montecitorio presieduto da Alberto Losacco (Pd), chiedendone una sospensiva immediata motivandola con la sua necessità di entrare alla Camera per votare. Il ricorso era stato respinto, e l’udienza del Consiglio era stata fissata per l’1 dicembre. Ma Cunial ha fatto appello al presidente del collegio di appello della Camera dei deputati Andrea Colletti (anche lui ex M5s), che ha invece accolto il ricorso, “in considerazione del dovere di consentire alla deputata di esercitare il mandato di rappresentanza popolare”.
Situazione simile al Senato, dove 12 dipendenti hanno presentato ricorso sull’obbligo di green pass per l’accesso a Palazzo Madama, in vigore dal 15 ottobre, con richiesta di sospensiva dell’obbligo stesso. L’istanza impugna la delibera varata a ottobre dai senatori questori per adeguarsi alla normativa generale sull’obbligo del green pass, che va esibito all’ingresso. Pena sanzioni tra cui la sospensione fino a 10 giorni, con il relativo taglio della diaria che può essere disposto dal Consiglio di presidenza. Il ricorso dei lavoratori dovrà essere valutato dalla commissione Contenziosa, che è l’organo di giudizio di primo grado di Palazzo Madama. Alla stessa commissione non risultano per ora ricorsi di parlamentari sullo stesso tema. Un ricorso alla Corte costituzionale è stato presentato per conflitto di attribuzione dai senatori della componente Italexit, guidati da Gianluigi Paragone, e in attesa di riscontri.