Diritti

Aborto, FdI presenta una legge in Abruzzo e in Senato per la sepoltura dei feti (anche senza consenso). M5s: “Non siamo in Texas”

Il testo è stato depositato il 17 novembre e chiede di modificare l'articolo 7 del regolamento di polizia mortuaria, secondo il quale la sepoltura è discrezionale. Vuole invece introdurre il riconoscimento del diritto alla sepoltura indipendentemente dal fatto che madre e padre lo richiedano. Le opposizioni: "Ancora una volta un modo per colpevolizzare le donne". Prevista anche una cassetta che riporti la data dell'interruzione di gravidanza

Arriva in Senato una proposta di legge per l’eventuale sepoltura dei feti umani. La firma il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo. Il testo, depositato il 17 novembre e visionato dall’agenzia di stampa Adnkronos, chiede di modificare l’articolo 7 del regolamento di polizia mortuaria secondo il quale la sepoltura, prevista dalla norma, è discrezionale e legata alla richiesta dei genitori. Fdi punta invece a introdurre il riconoscimento del diritto alla sepoltura indipendentemente dal fatto che madre e padre lo richiedano. Una norma che dovrà riguardare anche “i bambini non nati di età inferiore a 28 settimane“. La data di interruzione di gravidanza verrebbe scritta su una cassetta, anch’essa da seppellire. La proposta di legge, già proposta in Abruzzo, è stata presentata Palazzo Madama e al momento ferma in Commissione Sanità. Il testo ha già incassato i no di Pd, Cinque Stelle e forze di sinistra. Il presidente di Regione Marco Marsilio ha dato invece il proprio sostegno all’iniziativa. “L’Abruzzo non è il Texas”, il commento di Sara Marcozzi, capogruppo M5S in Regione Abruzzo.

IL TESTO – Nel dettaglio si prevede di inserire il comma 2: “Per la sepoltura dei feti abortiti di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane complete e dei feti che abbiano presumibilmente compiuto 28 settimane di età intrauterina e che all’ufficiale di stato civile non siano stati dichiarati come nati morti, i permessi di trasporto e di seppellimento sono rilasciati dall’unità sanitaria locale. Il trasporto può essere effettuato a cura del genitore, dei genitori o dei parenti fino al secondo grado con mezzi propri”. Comma che preveda come “Inoltre al comma 4, al termine, è aggiunto il seguente periodo: “A tal fine, in occasione di una procedura di revisione strumentale o farmacologica della cavità uterina, le Asl sono tenute a rendere note ai soggetti interessati, mediante opuscoli informativi o altro materiale appositamente redatto, le disposizioni, le facoltà e i termini di cui al presente articolo”. Previsto anche un 4-bis che aggiunge come “in caso di aborto verificatosi presso una struttura sanitaria, anche quando l’età presunta del concepito è inferiore a 28 settimane e pari o superiore a novanta giorni, qualora il genitore, i genitori o i parenti fino al secondo grado non provvedano o non lo richiedano entro quindici giorni, l’inumazione, la tumulazione o la cremazione è disposta, a spese della Asl competente per territorio, in un’area cimiteriale dedicata o nel campo di sepoltura dei bambini del territorio comunale in cui è ubicata la struttura sanitaria”. “A tali fini i feti sono riposti in una cassetta, secondo la data in cui è avvenuta la procedura di revisione strumentale o farmacologica della cavità uterina. Tale data è indicata sulla cassetta“, conclude il ddl di Fdi.

LE OPPOSIZIONI – La Commissione Pari Opportunità della Regione l’ha bocciata come “Incostituzionale e illegittima” e ha espresso il proprio parere negativo: “Introduce un meccanismo volto alla tumulazione del frutto del concepimento a prescindere dal consenso della donna, attraverso l’intervento impositivo delle aziende sanitarie. Il testo prevede per ogni aborto prima delle 28 settimane e dopo i 90 giorni, il seppellimento da parte della Asl in un’area specifica del cimitero, anche se i genitori non provvederanno o non lo richiederanno”. Maurizio Acerbo e Viola Arcuri, di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea esprimono disappunto: “La proposta di legge regionale di Fratelli d’Italia in Abruzzo – fotocopia di altre analoghe – è un horror. E’ volta a colpevolizzare e offendere le donne. Un modo per veicolare il messaggio che l’aborto è un assassinio e di conseguenza che le donne che vi ricorrono sono delle assassine. Il togliere poi alla donna la decisione ultima riguardante la sepoltura dei “prodotti abortivi” – così sono definiti dalla stessa proposta di legge – dà l’idea che l’obiettivo è porsi su un piano di condanna della scelta di interrompere la gravidanza”. “L’Abruzzo non è il Texas”, ha commentato Sara Marcozzi, capogruppo M5S in Regione Abruzzo.

I FIRMATARI – “I feti non sono dei rifiuti, non vanno buttati nell’indifferenziata, sono invece bimbi mai nati, non è una questione di settimane che può creare la differenza”. Così all’Adnkronos il senatore Luca De Carlo, eletto con Fdi in Veneto, primo firmatario della legge, che ricorda: “Ci abbiamo provato anche nel Lazio, in Consiglio regionale avevamo fatto la stessa proposta”. “Il punto – aggiunge De Carlo – è che la legge 194 è una legge mezzo applicata. Tutta la parte sulla prevenzione, l’ascolto e l’informazione è trascurata rispetto alla parte relativa all’interruzione della gravidanza”. “Dobbiamo dire che l’aborto volontario è un dramma, e che i bambini devono avere sepoltura, si deve dare dignità uguale ad ogni essere umano”, mentre ancora i feti “si considerano rifiuti sanitari, pericolosi e anche a rischio infettivo”. Ora l’offensiva normativa di Fdi “punta a colmare un vuoto normativo” perché “sotto le 28 settimane non è prevista dalla legge alcuna tumulazione”. De Carlo spera che la sua legge abbia accoglienza in Senato: “Il feto è qualcosa di vivo anche sotto le 28 settimane, dobbiamo saperlo, per questo, come per tutti gli esseri umani nella proposta di legge che ho firmato, con i colleghi Isabella Rauti e Lucio Malan, ho chiesto che nelle cassette che serviranno per seppellire” i feti “sia indicata la data del giorno dell’interruzione della gravidanza”. Arriva il sostegno del Senatore Pillon: “Non posso che concordare, chiederò al collega di aggiungere la firma al suo ddl”.