Coronaparty in Alto Adige per poter prendere il coronavirus e avere così l’immunità da malattia che evita il vaccino. Per ora in Provincia di Bolzano, così come in tutta Italia, non ci sono stati casi accertati di feste con positivi al Covid organizzate apposta per contagiare persone ma secondo Patrick Franzoni, vice coordinatore dell’unità Covid di Bolzano, questa pratica si sta diffondendo oltre il Brennero dall’Austria: “Ci sono giovani, anche di età scolare, che si incontrano con positivi e cercano di acquisire l’infezione, non rendendosi conto che il virus è pericoloso anche nei bambini e nei giovani”. Secondo Franzoni, gli incontri con positivi sono avvenuti nelle scorse settimane proprio vicino a Bolzano ma anche in altre zone dell’Alto Adige: “Ci sono conseguenze a lungo termine e anche i giovani possono finire in ospedale”, ribadisce. Si ipotizza che la pratica sia stata importata dalla vicina Austria, dove un medico ha raccontato al quotidiano Die Presse che alcuni 30enni reduci da queste feste ora soffrono di long Covid e un uomo di 55 anni è morto dopo essersi infettato volutamente.
“In Alto Adige – continua il vice coordinatore dell’unità Covid – abbiamo numeri in salita, anche alla luce dei dati che arrivano dall’Austria con incidenze oltre 1.500. Siamo ormai vicinissimi alla zona gialla. Attualmente abbiamo nove pazienti in terapia intensiva e una settantina nei normali reparti. L’allarme scatta con dieci pazienti in terapia intensiva e 75 in terapia ordinaria”. La Provincia di Bolzano registra il tasso più basso di vaccinazioni in rapporto alla popolazione: meno del 63% degli abitanti ha ricevuto le due dosi. Tra le vallate e le montagne a fine ottobre aveva fatto notizia la presenza di scuole private pensate per i genitori no vax e no green pass.
Anche oltre il Brennero il tasso di rifiuto del vaccino resta alto. Dopo i Coronaparty, recentemente in Austria ha destato sospetti anche il boom di vendite di un vermicida per cavalli, indicato dal leader dell’ultradestra Fpoe Hebert Kickl, attualmente in quarantena perché positivo, come presunto farmaco Covid alternativo. In Stiria sono finiti in terapia intensiva una donna, dopo aver assunto questo farmaco, e un uomo per un’overdose di vitamina B. Il fenomeno è talmente preoccupante che l’azienda farmaceutica che produce l’Ivermectin è intervenuta pubblicamente, mettendo in guardia dall’assunzione. Il dosaggio inoltre è tarato sui cavalli e anche questo, oltre ai principi del farmaco, costituisce un pericolo per chi lo assume.