Grande malumore tra i parlamentari che chiedono l'intervento di Fico. Tra i dem c'è chi chiede al presidente del consiglio d'appello, ex M5s e anche lui contrario allo strumento del Green pass, di fare un passo indietro. La replica: "La rimozione di giudici sgraditi ai partiti al potere è vietata dalla Costituzione"
Ancora tensioni alla Camera per il caso Sara Cunial. Giovedì 18 novembre il presidente del consiglio d’appello di Montecitorio Andrea Colletti, ex M5s proprio come la deputata No Vax, ha infatti accolto l’istanza di sospensiva cautelare dell’obbligo di presentare il Green pass all’ingresso. Una decisione che ha provocato le proteste dei colleghi della Camera che sono arrivati a chiedere l’intervento di Roberto Fico. La sospensiva vale fino a giovedì prossimo, quando il Consiglio di Giurisdizione di Montecitorio, ristabilirà anche per Cunial le regole che valgono per tutti. Ma nel frattempo la deputata potrà seguire i lavori d’Aula solo dalla tribuna e avrà l’obbligo di mantenere la distanza interpersonale di un metro “in occasione dei lavori delle Commissioni e degli altri organi parlamentari”. Non potrà inoltre accedere a bar, buvette e mense interne, né partecipare alle conferenze stampa organizzate nel Palazzo.
Proprio a Colletti, ora deputato di Alternativa e anche lui schierato contro l’uso del Green pass, viene rimproverato dagli altri parlamentari di aver violato le procedure. I colleghi rimproverano a Colletti di aver decretato una sospensiva cautelare del divieto di accesso alla Camera, mentre avrebbe dovuto attendere che il Consiglio di Giurisdizione, cioè il primo grado, affrontasse il reclamo. E il Pd, con Andrea De Maria, ha chiesto le dimissioni di Colletti. Ma non ci sono strumenti per costringerlo a questo passo, dato che il Consiglio di appello non è un organo politico bensì giurisdizionale, appunto il tribunale di appello. “Non intendo replicare a politici che vogliono dimissioni di giudici terzi. La rimozione di giudici sgraditi ai partiti al potere è vietata dalla Costituzione” ha replicato Colletti.
Resta il fatto che giovedì prossimo, 25 novembre, si riunirà il Consiglio di giurisdizione, presieduto da Alberto Losacco (Pd), e qui il ricorso di Cunial dovrebbe essere respinto. Non si è potuto anticipare la seduta, ha spiegato Losacco, per rispettare le procedure ed evitare ricorsi su questo aspetto. Nel frattempo i Questori hanno emesso già giovedì sera una ulteriore delibera che, come spiega il Questore anziano Gregorio Fontana, “limita i danni”: Cunial potrà sì entrare per svolgere il suo ruolo di parlamentare, ma in un seggio posto in tribuna, attraverso un percorso prestabilito, e da lì non potrà muoversi, andando nell’emiciclo o negli altri ambienti di Montecitorio. La stessa soluzione che è stata adottata dal Bundestag il 26 ottobre con i 23 deputati No vax dell’ultradestra di Afd. Si tratta di “scavallare” le tre prossime sedute, sempre che Cunial si presenti, dato che giovedì non era a Montecitorio. Rimane l’interrogativo su come si comporterà Colletti quando arriveranno in secondo grado i ricorsi non solo di Cunial ma anche dei dipendenti no pass. In sede di decisione collegiale non appaiono esserci problemi, visto che gli altri quattro deputati del Consiglio di appello, non sono no pass, ma Colletti potrebbe adottare altre sospensive cautelari temporanee in loro favore, spalancando la porta ad altre polemiche.