Era accusato di aver ucciso con un fucile semiautomatico due manifestanti antirazzisti e di aver ferito una terza persona durante le proteste a Kenosha, in Wisconsin. Invece il 18enne Kyle Rittenhouse è stato dichiarato non colpevole dalla giuria per tutte le imputazioni: omicidio e tentato omicidio. Il giovane, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni, ha sostenuto di aver agito per legittima difesa contro i manifestanti. Il verdetto è arrivato dopo che la giuria si è riunita per quasi 3 giorni e mezzo in una città blindata per il timore di proteste.
A fine agosto di un anno fa Kenosha divenne teatro di violente proteste contro la polizia accusata di brutalità e razzismo dopo il caso di Jacob Blake. Il 23 agosto 2020 un agente sparò ben sette colpi di pistola alla schiena al 29enne afroamericano che era in auto con i suoi tre figli di 3, 5 e 8 anni. Un episodio che riaccese nel Wisconsin e in tutti gli Stati Uniti le proteste del movimento Black Lives Matter e dalle associazioni per la difesa dei diritti civili, a pochi mesi di distanza dalla morte di George Floyd, ucciso dalla polizia a Minneapolis il 25 maggio 2020.
Nella notte tra il 25 e il 26 agosto a Kenosha dopo ore e ore di scontri e tafferugli, con lancio di sassi e bottiglie da una parte e gas lacrimogeni e proiettili di gomma dall’altra, sull’asfalto rimasero due vittime. Inizialmente si era pensato che gli spari fossero partiti da un gruppo di persone armate davanti a una stazione di servizio, intenzionate a difendere alcune proprietà. Poi l’arresto di Kyle Rittenhouse, che era fuggito dopo la sparatoria e fu fermato nella sua città di residenza, Antioch, in Illinois. Una delle vittime fu colpita alla testa e un’altra in pieno petto. L’identificazione del giovane era stata possibile grazie ai video di alcuni testimoni.