La situazione pandemica in tutta Europa “è profondamente preoccupante“. La sintesi è di Hans Kluge, direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità per il Vecchio Continente, che fotografa un continuo peggioramento dei contagi da Covid “mentre ci avviciniamo alla fine del 2021”. La Germania è diventata, almeno in termini di nuovi casi, l’epicentro della nuova ondata: sabato registra altri 64mila positivi. Se i dati continuano a salire nell’Europa dell’Est, oltre al centro del continente è duramente colpita anche la Grecia: il governo di Atene ha iniziato a precettare i medici privati per sostegno agli ospedali che stanno affrontando la nuova ondata.
Su Twitter il direttore dell’Oms per l’Europa ricorda che “abbiamo gli strumenti per gestire la trasmissione” del virus, “salvare vite umane e mantenere aperte le società”. Kluge scrive che “tutti possiamo aiutare a fermare l’infezione e la diffusione” del Covid, ricordando quali sono le armi per contrastare questa quarta ondata pandemica: “Numero 1, vaccinarsi se si è idonei” a farlo. È la strada che uno dopo l’altro – e con gradi di intervento diversi – stanno scegliendo tutti i governi europei: convincere chi ancora non lo ha fatto a immunizzarsi e introdurre restrizioni per chi rifiuta di proteggersi con il vaccino.
L’Austria ha scelto la via più dura, con un lockdown per tutti e l’obbligo vaccinale a partire da febbraio. Ma presto anche la Germania rischia di dover intraprendere misure simili: già hanno scelto la serrata la Sassonia e la Baviera, dove richiudono i distretti regionali maggiormente colpiti. Nella quasi totalità di questi distretti l’incidenza su sette giorni per 100mila abitanti ha superato i mille casi. I nuovi contagi a livello nazionale nelle ultime 24 ore sono stati 63.924. Esattamente una settimana fa erano 45.081. L’incidenza per 100mila abitanti su sette giorni è di 362,2 casi. Il mese scorso era di 80,4. Il Covid ha provocato in un giorno la morte di 248 persone.
In Grecia, dove venerdì si sono registrati 7.317 nuovi casi e 63 morti, preoccupa soprattutto la situazione degli ospedali, dove ci sono 556 persone ricoverate in terapia intensiva. Ufficiali di polizia hanno consegnato a 85 professionisti l’ordine di presentarsi questa mattina in ospedali pubblici per prendere servizio. I medici che non si presenteranno – spiega la stampa locale – rischiano condanne fino a 3 anni di carcere. La decisione del governo arriva dopo che già all’inizio di novembre era stato rivolto un appello ai medici privati, affinché si presentassero volontariamente per dare sostegno al sistema ospedaliero pubblico. Ma solo 40 finora si erano resi disponibili. Secondo i dati forniti dall’associazione dei medici ospedalieri, c’è bisogno almeno di 150 camici bianchi. “Vaccinatevi, vaccinatevi e vaccinatevi”, ha detto il primo ministro Kyriakos Mitsotakis annunciando le nuove restrizioni che scatteranno da lunedì: gli adulti non vaccinati non potranno più entrare in luoghi pubblici al chiuso, come cinema, teatri, musei e palestre. Finora questa categoria era esclusa solo dai ristoranti al chiuso.
Guardando a Est, preoccupa soprattutto la situazione in Repubblica Ceca, dove il ministero della Salute ha riferito che nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 22.936 contagi: non erano mai stati così tanti. Il tasso di infezione del Paese è salito a 929 nuovi casi ogni 100mila residenti negli ultimi sette giorni. Il governo di Praga, come in Grecia, ha approvato nuove restrizioni per i non vaccinati: da lunedì non potranno partecipare a eventi pubblici, recarsi in bar e ristoranti, visitare parrucchieri, musei e strutture simili o utilizzare hotel. Record di nuovi casi anche in Slovacchia, con 9.171 infezioni nelle ultime 24 ore. Il Paese, che conta 5,5 milioni di abitanti, ha introdotto quello che il primo ministro Eduard Heger ha definito un “lockdown per i non vaccinati” all’inizio di questa settimana.
La Russia invece ha registrato nelle ultime 24 ore 1.254 decessi provocati dal coronavirus, su 37.120 nuovi casi. Secondo i dati forniti dal centro operativo nazionale per la lotta al Covid, il numero maggiore di contagi si è avuto a Mosca (3.239), San Pietroburgo (2.637) e nella provincia intorno alla capitale (1885). Nella vicina Ucraina nel corso dell’ultima giornata sono stati registrati 18.250 nuovi casi e 664 decessi.