Sul palco della Leopolda tiene banco il tema della giustizia, si alternano una serie di relatori che vanno da Sabino Cassese a Carlo Nordio, per arrivare poi ad Alessandro Barbano, attualmente condirettore del Corriere dello Sport, già direttore del Mattino e vicedirettore del Messaggero: “Credo che ridurre il problema della giustizia al rapporto fra magistrature e politica significa non vedere che la punta dell’iceberg – ha detto – oggi la giustizia è la più potente macchina di dolore umano non giustificabile in questo paese”. Poi si è avventato sull’antimafia e sulle leggi che la regolano: “Stiamo attenti anche a pensare che sotto l’ombrello della legalità dell’antimafia ci sia tutto il bene del mondo, stiamo attenti, perché dentro la retorica dell’antimafia lo stato di eccezione, il diritto dei cattivi, si è insinuato nella democrazia ed è diventato la regola. Un diritto penale liberale non confisca proprietà, aziende a cittadini ancora innocenti o addirittura assolti. Un diritto penale liberale non può contenere nel suo ordinamento una norma che di chiama ergastolo ostativo”.
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