Il leader dell'Unione di Centro, che all'epoca dei fatti era europarlamentare, era accusato di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso nell'ambito dell'inchiesta 'Basso Profilo' su presunti illeciti rapporti tra alcune cosche del crotonese con imprenditori ed esponenti della pubblica amministrazione
La posizione di Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc indagato nell’ambito dell’inchiesta ‘Basso Profilo’, è stata archiviata dal Gip del Tribunale di Catanzaro, Valeria Isabella Valenzi, che ha accolto la stessa richiesta della Dda. Cesa – che all’epoca dei fatti, nel 2017, era europarlamentare – era accusato di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso. L’inchiesta è incentrata su presunti illeciti rapporti tra alcune cosche di ‘ndrangheta del crotonese con imprenditori ed esponenti della pubblica amministrazione.
Il segretario dell’Udc era accusato, in particolare, di avere aiutato due imprenditori, indagati nella stessa inchiesta e ritenuti legati a cosche di ‘ndrangheta del crotonese e del reggino, a ottenere appalti nel settore della fornitura di materiali per l’antinfortunistica. Il 21 gennaio scorso, nell’ambito di un maxi-blitz che portò a 48 arresti, era stata perquisita la sua casa a Roma. Secondo gli inquirenti, d’intesa con l’assessore e compagno di partito Francesco Talarico, il segretario Cesa si sarebbe impegnato ad “appoggiare il gruppo per soddisfare le mire dei sodali nel campo degli appalti”. Per Dda, però, non sussistono elementi per provare l’appartenenza di Lorenzo Cesa all’associazione sgominata con l’operazione “Basso profilo”. Nello stesso procedimento é rimasto appunto coinvolto l’ex segretario regionale dell’Udc della Calabria, Franco Talarico, che fu arrestato nell’operazione con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Talarico, ex assessore regionale al Bilancio, é stato processato col rito abbreviato e condannato in primo grado a cinque anni di reclusione.
Subito dopo la decisione della Dda di Catanzaro di stralciare la sua posizione, Cesa, sentito dall’AdnKronos, aveva affermato: “Da credente ringrazio Dio. Questa vicenda mi ha creato un grande dolore. A mio figlio, quando il Covid mi ha costretto al ricovero, ho detto che se mi fosse capitato qualcosa di grave avrebbe dovuto difendermi fino in fondo, perché con questa storia non avevo nulla a che vedere. E oggi sono soddisfatto dall’esclusione del mio nome dalla richiesta di rinvio a giudizio. E’ un motivo di grande soddisfazione“.