Non solo i manager della British american tobacco. Anche i Toto erano in contatto con Antonio Funiciello, capo di Gabinetto di Mario Draghi. Alfonso Toto, che guida l’omonimo gruppo imprenditoriale abruzzese, era molto soddisfatto del fatto che l’allora capo staff del governo Gentiloni avesse “lavorato ventre a terra” per l’approvazione di un emendamento a favore di una sua società.

A raccontarlo sono le carte dell’inchiesta Open. Funiciello è estraneo all’indagine della procura di Firenze. I pm toscani hanno documentato i legami tra il gruppo Toto e personaggi di primo piano del Giglio magico. Il ceo della Toto costruzioni generali è indagato per corruzione insieme a Luca Lotti. In pratica, i pm contestano al deputato del Pd di essersi “ripetutamente adoperato, nel periodo temporale 2014 – giugno 2018, affinchè venissero approvate dal Parlamento disposizioni normative favorevoli al gruppo” imprenditoriale abruzzese, che con Strada dei Parchi spa è concessionario austradale della A24 e A25.

Sul tavolo c’era l’approvazione di un emendamento alla legge di Bilancio del 2017 che avrebbe favorito i Toto. L’emendamento modifica la distribuzione temporale dei finanziamenti destinati agli interventi di ripristino e messa in sicurezza sulla tratta autostradale A24 e A25. In pratica si aumenta di 58 milioni l’autorizzazione di spesa per il 2018, riducendola di 50 milioni per l’anno 2021 e di 8 milioni di euro per il 2022. Per quei lavori a Strada dei Parchi erano già stati stanziati 50 milioni l’anno tra il 2021 e il 2025. “L’interessamento di Boschi Maria Elena, attivata da D’Alfonso Luciano, e del Capo Gabinetto del Mit, Funiciello Antonio, hanno contribuito all’effettiva approvazione in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati in data 17.12.2017 dell’emendamento 63.12 ‘affidato’a Bragantini Paola aggiuntivo dell’art. 402-bis del DDL A.C. 4768 (Legge di Bilancio 2018), ma determinante è stato il parere positivo espresso dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio“, scrive la Guardia di Finanza in un’informativa d’indagine, riportata dal quotidiano La Verità. Agli atti ci sono tutta una serie di chat – tra Lotti e Bianchi e tra quest’ultimo e Toto – che secondo gli investigatori rappresentano “un chiaro collegamento tra l’attività di ‘promozione legislativa‘, di cui Lotti è stato il terminale ultimo, e le richieste avanzate da Toto. Ma ci sono anche i messaggi tra l’imprenditore e Lotti, in cui Toto spiega di stare andando “presso la segreteria (Canalini) di Funiciello“, all’epoca capo dello staff del governo Gentiloni.

L’imprenditore scrive anche a Luciano D’Alfonso, attuale senatore del Pd che era ancora il governatore dell’Abruzzo: il 5 dicembre del 2017 Toto invia un emendamento che l’esponente dem gira a Boschi, all’epoca sottosegretaria alla presidente del consiglio di Gentiloni. “Luca Lotti mi ha chiesto se ho dato io l’emendamento a Boschi. Io ho risposto di Sì”, dice l’allora governatore dell’Abruzzo. “Nel superiore interesse pubblico. Grazie”, risponde l’imprenditore. “Tu fai a me la verità della responsabilità”, replica D’Alfonso. Poi il 17 dicembre invia la foto dell’emendamento presentato da Bragantini, e inoltra anche lo screenshot dei messaggi scambiati con Boschi. “Il mit – scrive l’ex ministra di Matteo Renzi – è disponibile a dare ok solo su questo”. “Maria Elena a te intanto grazie. Adesso alla Conferenza Programmatica del Pd abruzzese ho fatto un numero a tuo sostegno, come solo un uomo che viene dal 900 sa fare”, risponde D’Alfonso.

Toto è attendista: “Ci ragiono…… lo avevo condiviso in settimana con Canalini (rif Funiciello).….. grazie a te!”. D’Alfonso, invece, è criptico: “Per la prima volta Delrio dice SI. Quello è curioso. Evitare altre fertilizzazioni”. “Ok potabile”, risponde l’imprenditore. Gli inquirenti considerano questa affermazione “singolare” perché fa intendere “che ci siano state ‘fertilizzazioni’ precedenti o provenienti da altri soggetti”. D’Alfonso poi avverte: “Di a Polifemo di tuo padre (ndr: Toto Carlo) che la gazza ladra di tuo cugino non c’entra nulla”. Toto risponde: “Nè è al corrente… Sa che sono stato da Funiciello e dalla Canalini che hanno lavorato ventre a terra avendo compreso la drammaticità della ns infrastruttura abruzzese”. La Finanza appunta: “D’Alfonso vuole, così, far sapere al capostipite Toto Carlo che quello che è riuscito a fare non è merito del cugino Deputato Toto Daniele, ma solo suo”. D’Alfonso, Carlo Toto e Daniele Toto non sono indagati da parte della procura di Firenze.

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