Duettano a distanza anche sul ddl Zan. Matteo Renzi e Matteo Salvini su posizioni vicine per quanto riguarda i diritti Lgbtqi. Il primo a lanciare la proposta, anzi una nuova “sfida”, come lui stesso la definisce, è il senatore di Rignano che dal palco della Leopolda introduce l’idea di un emendamento che “estenda la tutela della legge Mancino ai reati motivati da omofobia, transfobia e abilismo“. Pochi minuti e arriva anche la dichiarazione del leader del Carroccio: “Aumentare le pene per chi discrimina, offende o aggredisce in base all’orientamento sessuale? Per me si può votare anche domani, tanto che esiste una proposta di legge a mia firma in Senato. Se non si tirano in ballo i bambini, la libertà educativa e la libertà di pensiero, la legge si vota in due minuti”.

Il tema Renzi l’aveva già introdotto nel pomeriggio, quando su Facebook, direttamente dall’evento che si sta tenendo a Firenze, ha scritto: “Con Ivan Scalfarotto abbiamo lanciato la nostra semplice proposta per superare il fallimento della Zan. Un semplice articolo per allargare le tutele della Legge Mancino ai casi di omofobia, transfobia, abilismo. Chi vuole la legge firma l’emendamento Scalfarotto, chi preferisce il chiacchiericcio continui pure ad attaccarci”. E dal palco è poi passato lui ad attaccare Pd e Movimento 5 Stelle: “La vicenda dello Zan è una delle più gravi. Perché si è usato un argomento impattante e significativo per la vita di tante uomini e donne, di persone omosessuali, transessuali, facendo loro credere che si fosse a un passo da un traguardo storico e poi fregandoli all’ultimo minuto, pensando di poter ottenere un consenso – ha detto – Chi per sventolare una bandierina ha deluso migliaia di persone si deve semplicemente vergognare, è accaduto per la responsabilità della destra e della sinistra del bla bla bla, a cominciare dalla sinistra del Pd e del M5s”. Poi lancia la sua “sfida”: “Possiamo presentare un emendamento con scritto che si estende la tutela della legge Mancino ai reati motivati da omofobia, transfobia e abilismo. Noi dalla Leopolda lanciamo questa sfida. La norma è semplice, chi ci sta la vota, chi non ci sta è profeta del bla bla. Presento un emendamento al Senato e vediamo chi ci sta”.

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