Vittoria annunciata in Bulgaria per il capo di stato uscente Rumen Radev che, nel ballottaggio delle presidenziali, stando ai primi risultati preliminari, ha superato di larga misura lo sfidante Anastas Ghergikov. Appoggiato dai socialisti, Radev ha infatti ottenuto il 65,7% dei voti, secondo i primi exit poll della Gallup international diffusi dalla tv pubblica Bnt, battendo nettamente il suo rivale, sostenuto dal partito conservatore Gerb dell’ex premier Boyko Borissov, che ha raccolto il 31,5% dei voti. L’affluenza alle urne, secondo i calcoli della commissione elettorale centrale, sarebbe stata molto bassa – l’ultimo dato relativo alle 16 locali (15 italiane), quattro ore prima della chiusura dei seggi, parlava di poco più del 24% di partecipazione.
Rumen Radev, 58 anni, è un generale in congedo, ex capo dell’aeronautica militare bulgara. Non appartiene a nessuna formazione politica. Anche se appoggiato dal partito socialista, Radev, secondo i sondaggi, avrebbe raccolto non pochi voti anche dai sostenitori di altre formazioni politiche. Durante la campagna elettorale non ha messo in discussione l’appartenenza della Bulgaria a Ue e Nato, ma ha rilevato che in politica estera bisogna essere pragmatici. “L’annessione della Crimea è in violazione del diritto internazionale, ma ci sono delle realtà politiche e al momento la Crimea è russa”, ha detto venerdì scorso Radev durante il confronto televisivo con Ghergikov. E ha aggiunto che le sanzioni Ue contro la Russia sono controproducenti e che il vertice Ue-Russia dovrebbe essere ripristinato per risolvere la questione al tavolo delle trattative. Riguardo al veto della Bulgaria sull’avvio dei negoziati per l’ingresso nell’Ue della Macedonia del Nord, Radev ha ribadito che Skopje non è ancora pronta per iniziare il processo, riferendosi alla politica antibulgara del Paese vicino.
Durante il suo primo mandato Radev ha rispettato con coerenza il suo impegno di lotta contro la corruzione. Ha apertamente incoraggiato le migliaia di manifestanti che l’anno scorso ogni giorno per diversi mesi sono scesi in piazza a protestare nelle grandi città chiedendo le dimissioni del premier conservatore Boyko Borissov, leader del Gerb. Allora, in un messaggio alla nazione, Radev aveva detto che “i bulgari si sono ribellati contro la corruzione e le bugie senza scrupoli dei governanti” e che “la sempre maggiore collusione del governo con la mafia li aveva costretti, indipendentemente dalle loro affiliazioni politiche, a sollevare richieste di legalità e il ritorno delle libertà civili fondamentali”. Non pochi analisti rilevano che Radev, durante il suo secondo mandato, si troverà molto più a suo agio dopo il successo nelle politiche anticipate di domenica scorsa del nuovo partito di centrodestra ‘Continuiamo il cambiamento’ (Cc), che ha nella lotta alla corruzione il suo obiettivo principale. Il Cc è entrato nel parlamento come prima forza politica e otterrà da Radev il primo mandato esplorativo per formare un nuovo governo. I suoi due leader, Kiril Petkov e Assen Vassilev, sono stati ministri di economia e finanze del primo governo ad interim nominato dal presidente Radev dopo il voto dello scorso aprile, al quale avevano fatto seguito elezioni anticipate in luglio.
La Bulgaria è una repubblica parlamentare e i poteri del capo dello stato sono limitati e per lo più rappresentativi, ma ciononostante il presidente viene eletto a suffragio universale. Il suo mandato è di cinque anni e può essere rinnovato una sola volta. Le ultime tornate elettorali in Bulgaria si sono svolte sullo sfondo di una situazione sanitaria allarmante per la forte ripresa della pandemia. Anche se negli ultimi giorni si registra un calo dei nuovi contagi, rimane alto il numero dei decessi e bassa la percentuale delle persone che hanno completato il ciclo vaccinale, ad oggi poco meno del 25%.