Una persona è morta, mentre altre tre (tra cui due agenti di polizia) sono rimaste ferite in un agguato con armi da fuoco alla Spianata delle Moschee (o Monte del Tempio per gli ebrei), a Gerusalemme. Il luogo sacro per le tre principali religioni monoteiste torna così a macchiarsi di sangue, con la tensione in Israele e Cisgiordania che rischia di nuovo di tornare a livelli di allarme.
Mentre una prima ricostruzione parlava di due aggressori, sembra essere solo una persona, poi uccisa dalle forze di sicurezza, ad aver sferrato l’attacco. Anche sulla dinamica arrivano i primi chiarimenti. Alcuni media sostenevano che si trattasse di un attacco con armi da fuoco, altri riferivano di colpi di coltello. Successivamente era circolata la notizia che uno dei due assalitori fosse armato con un fucile Gustav, mentre l’altro abbia utilizzato proprio un’arma bianca. In realtà, l’unico assalitore, che indossava gli abiti di un ebreo ortodosso e che era un membro di Hamas, ha attaccato utilizzando una Beretta M12.
La vittima è stata identificata in Eliyahu David Kaye, un ragazzo di 26 anni che lavorava al Muro del Pianto. Kaye, che abitava a Modiin, nel centro del Paese. Il secondo colpito è il rabbino Zeev Katzenelnbogen, 46 anni, padre di 8 figli. È stato ferito mentre tornava dalle preghiere del mattino e ora è ricoverato in ospedale, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni.
Esulta l’organizzazione terroristica che parla di “un gesto eroico”, come ha affermato il portavoce Hazem Qassem. “La nostra Città santa – ha aggiunto – continuerà la lotta fino all’espulsione dell’occupante”, ha detto prima di spiegare che l’uomo, Fadi Abu Shedam, 42 anni, originario del campo profughi Shuafath (Gerusalemme est), era uno dei leader di Hamas. Analogo sostegno è giunto anche dal Jihad Islamico, secondo il quale alle radici di questo attacco – il secondo negli ultimi giorni – ci sono “il moltiplicarsi degli episodi di terrorismo da parte dei coloni e dei soldati israeliani in Cisgiordania e le demolizioni di case palestinesi a Gerusalemme”.
Le indagini in corso confermano che l’autore dell’attacco “era un seguace di Hamas”, come ha detto ai cronisti il ministro israeliano per la Sicurezza Interna, Omer Bar-Lev. Tutta la Spianata, come avviene nei periodi di massima tensione, è stata chiusa alle visite degli ebrei per garantire la sicurezza dei cittadini.
Il primo ministro, Naftali Bennett, ha dichiarato che “c’è stata una pronta risposta” da parte delle forze di sicurezza che “hanno neutralizzato il terrorista”, aggiungendo di aver dato istruzioni di “elevare lo stato di allarme per prevenire ulteriori attacchi”.