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Nicola Pisu e il drammatico racconto della tossicodipendenza: “Mia madre mi diceva ‘preferirei che morissi prima che ti ammazzi la droga’, la sua sofferenza era enorme”

"Ho passato otto mesi in cui tutte le mattine piangevo, volevo andarmene via perché lì dentro ero ancora più depresso, dentro di me non era ancora scattata la voglia di smettere e quando è così è tutto inutile...", il duro racconto del figlio di Patrizia Mirigliani, che lo ha salvato, a Verissimo

Uscito dalla Casa del Grande Fratello vip, Nicola Pisu si è raccontato a Silvia Toffanin nel salotto di Verissimo. A cominciare dal lato più duro della sua vita, la difficile battaglia contro la tossicodipendenza: “A 18, 19 anni frequentavo persone di minimo 35, 36 anni. Essendomi mancata una figura paterna forse erano per me un riferimento. Mi sono fatto trascinare, loro hanno insistito e alla fine è diventata una dipendenza“. Pisu ha spiegato di essere stato così dipendente da arrivare a rubare i soldi alla mamma, Patrizia Mirigliani. Poi, il suo rifiuto di andare in comunità: “Ho passato otto mesi in cui tutte le mattine piangevo, volevo andarmene via perché lì dentro ero ancora più depresso, dentro di me non era ancora scattata la voglia di smettere e quando è così è tutto inutile. Facevo avanti e indietro perché a casa mia mamma non mi voleva”. La madre, Patrizia, che è arrivata a denunciarlo ai carabinieri per salvarlo: “Mi ricordo quel giorno. Ero già fuori di casa e mi chiamò il commissariato, andai in questura e trovai un papiro ‘codice rosso, braccialetto elettronico…’ e ho chiesto cosa fosse successo, non mi sembrava di essere così pericoloso… Al momento ero molto arrabbiato con lei e ci ho messo tempo per capire che l’aveva fatto per il mio bene perché da lì io ho fatto chiarezza, ho capito tante cose, ho capito che stavo perdendo la famiglia, gli affetti, e che ero solo“. E poi, con commozione, il ricordo delle liti con la madre: “Ho dormito per strada due volte per i vari litigi con mamma, perché arrivavamo tutti e due all’esasperazione e lei mi diceva ‘esci di casa perché non ce la faccio più’, a volte mi diceva anche, quando era molto arrabbiata, che avrebbe preferito che morissi prima che mi ammazzasse la droga, per una madre è un dolore enorme vedere un figlio che si autodistrugge“.