I problemi del paese sull'Appennino bolognese sono cominciati tre mesi fa. Uno dei medici del comune, la dottoressa Maria Grazia Dondini cui afferivano tutti i cittadini della frazione di Pizzano, è stata allontanata dal servizio. La sua sostituta se n'è andata. Il sindaco: "Chiediamo attenzione, disagi notevoli per chi deve spostarsi tra frazioni in vallate distanti tra loro". L'Ausl al lavoro per garantire le cure primarie
Una ha rifiutato il vaccino ed è quindi stato sospeso, come prevedono le norme. Ora però la sua sostituta se ne va e così una larga fetta la frazione più popolosa di Monterenzio, comune di circa 6mila abitanti dell’Appennino della provincia bolognese, si ritrova senza medico di base. Sindaco e cittadini lanciano uniti una richiesta di aiuto, preoccupati anche per il nuovo aumento dei contagi sul territorio, mentre l’Ausl fa sapere di essere al lavoro per una soluzione in tempi rapidi.
I problemi di Monterenzio sono cominciati tre mesi fa. Uno dei medici del comune, la dottoressa Maria Grazia Dondini cui afferivano tutti i cittadini della frazione di Pizzano, è stata allontanata dal servizio. Fu uno dei primi operatori sanitari sospesi per aver rifiutato il vaccino. Al suo posto l’Azienda sanitaria di Bologna aveva subito mandato un’altra dottoressa che, però, è andata via. “È un territorio vasto quello di Monterenzio, che si compone di una strada principale, il cuore del comune, e poi diverse frazioni anche su vallate. Ad essere rimasta senza medico è una frazione, quella di Pizzano, la più popolosa, con notevoli disagi per la popolazione”, spiega il sindaco Ivan Mantovani interpellato dall’Ansa.
I pazienti erano stati presi in carico da una sostituta, “che ha avuto non pochi problemi all’inizio, anche a reperire cartelle cliniche e altro. Non è stato facile l’instaurarsi di un nuovo rapporto di fiducia con gli assistiti. E ora con la nuova dottoressa andata via siamo a punto e da capo. Chiediamo attenzione”. Monterenzio per la sua conformazione è molto frazionata su un territorio montano. Ci sono altri quattro medici di base che fanno riferimento al comune, “ed è su di loro che magari verranno per il momento spalmati i pazienti senza dottore di riferimento – precisa il primo cittadino – ma con un disagio notevole visto che magari dovranno spostarsi tra frazioni in vallate anche abbastanza distanti fra di loro”.
Dall’azienda sanitaria fanno sapere stanno lavorando per colmare il vuoto lasciato nello studio del medico, mentre sono in atto soluzioni tampone per garantire sempre e comunque l’assistenza primaria a tutti i cittadini. In Emilia-Romagna, con dati snocciolati pochi giorni fa dall’assessore regionale alla Salute Raffaele Donini, sono 563 gli operatori sanitari che sono stati sospesi dal servizio perché non si sono voluti vaccinare. Nelle scorse settimane a Ravenna un medico (che però si era auto-vaccinato) è stato arrestato, ora ai domiciliari, con l’accusa di aver simulato vaccinazioni per far ottenere falsi Green pass a no vax. A Forlì un medico è indagato per avere compilato e venduto i certificati di esenzione dall’uso della mascherina senza visitare i pazienti o consultarne la cartella clinica.