In un momento particolare in cui in tutta Europa si registrano dati preoccupanti circa l’aumento della diffusione del Covid-19, l’artista torinese, con l’ironia che la contraddistingue da sempre, si rivolge proprio a coloro che non hanno deciso di vaccinarsi
Luciana Littizzetto scrive una lettera ai No-Vax nel consueto spazio a “Che tempo che fa” andato in domenica 21 novembre. In un momento particolare in cui in tutta Europa si registrano dati preoccupanti circa l’aumento della diffusione del Covid-19, l’artista torinese, con l’ironia che la contraddistingue da sempre, si rivolge proprio a coloro che non hanno deciso di vaccinarsi. “Caro No-Vax, No Green Pass, No Corona, No virus, No Astra, No Zeneca, No One, no Lockdown e per copia conoscenza al Kennedy meno sveglio della famiglia”, inizia cosi la sua missiva che continua con una constatazione di fatto: “Ormai ho capito che non cambierete idea: per voi il vaccino è respingente come i Maneskin per Pillon. Se dopo aver visto la gente crepare, i medici e gli infermieri vestiti da apicoltori lasciarci la pelle, le file di jeep a Bergamo, gli amici contagiati che ora hanno i polmoni di macramè. Se dopo aver visto chiudere milioni di negozi, serrare i cinema, i teatri e le discoteche, aver visto la gente morire di altre malattie perchè gli ospedali erano pieni di urgenze, se neanche le parole di Speranza, inteso non come virtù, ma come ministro, che a vederlo sembra sempre più Dracula, non vi hanno convinto, bom, fine, prendiamo atto”.
Da qui, una richiesta: “Però vi chiedo una cosa, veniamoci incontro, a due metri di distanza, evitate almeno di manifestare. Evitate almeno di assembrarvi, lasciate libere le piazze. Tanto io ve lo dico il Green pass non lo leveranno. Toglietevelo dalla testa, perchè è l’unico modo per consentire alla nostra economia di non andare gambe all’aria. Anzi voi potete manifestare proprio perchè la maggioranza di noi ha il Green pass. Se no sareste tutti chiusi in casa a far pisciare i cani con la carrucola dai balconi. Cosa vi aspettate che una mattina Draghi si svegli e dica ‘Basta la pandemia è finita, ‘Rien ne va plus?’, che passi come l’arrotino sotto casa urlando, ‘Donne è arrivato il Draghino, tutte in piazza a limonare, tutti in piazza a limonare’”.
Sempre sulla scrivania di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto prosegue nella lettura: “Io lo so che in fondo siamo uguali per questo cerco di comprendere il vostro punto di vista e le vostre paure. Quello che vi chiedo è di comprendere anche le nostre di paure, di pensare per un attimo anche a noi “Si vax”, “Ok lo faccio vax”, “Meglio di niente Vax. Provate a capire quanto ci possono girare i coglioni a noi nel sentire di nuove chiusure, di vedere di nuovo i medici di base allo stremo, gli ospedali che si riempiono. Provate a capire quanto ci rode dover fare la terza dose, magari poi la quarta, la quinta, la sesta, fino alla settima come per le taglie di reggiseni perchè il virus continua a gironzolare. Tra l’altro noi se facciamo i conti siamo molti, ma molti di più. Noi vaccinati siamo più o meno 47 milioni. Se scendiamo in piazza noi la Lamorgese sclera come Sgarbi. Deve mandare altro che la polizia, pure i lagunari, la folgore e gli alpini in congedo. Se ci mettiamo noi a manifestare è la fine. Altro che piazze, riempiamo le spiagge. Da Lignano Sabbiadoro a Santa Maria di Leuca e ci facciamo tutto l’Adriatico e voglio vedere”.
Prima della conclusione, la paura della Littizzetto, ma anche quella di milioni di italiani, di dover passare le festività natalizie come lo scorso anno: “Vogliamo fare un Natale come l’anno scorso solo tra congiunti? In 3 a tavola ma consanguinei? In 6 con addosso con la rete antigrandine, in 8 ma solo se gemelli siamesi? Ce le ricordiamo quelle fabbriche chiuse, quegli stipendi che non c’erano più, le piccole imprese fallite per mancanza di lavoro? Vogliamo fare la settimana bianca in casa sciando sulla moquette perché richiudono gli impianti? Girando con le ciaspole e festeggiando il Capodanno con la cabina armadio soli? Ci piacciono le città deserte con i cervi che rosicchiano i semafori? Perché adesso non abbiamo più l’alibi della sfiga. Quello che succederà è solo nelle nostre mani e nei nostri avambracci”.
La conclusione arriva con un telegramma rivolto sempre ai No-Vax: “Ho letto che alcuni di voi scrivono su Telegram frasi violente e feroci. Ecco siccome non ho Telegram e non voglio dirvi né frasi violente, né frasi feroci, perché siamo tutti sulla stessa barca, ve lo dico come se fosse un telegramma. ‘Aiutiamoci. Stop. Facciamoci il più bel regalo di Natale. Stop. Cerchiamo di avere cura di noi, dei nostri cari e delle persone più fragili. Stop. Vacciniamoci. Stop. Vogliamo tutti che finisca. Stop. Stop. Stop’”.