Tanto tuonò che vinse. Al quinto tentativo, l’Inter di Simone Inzaghi ce l’ha fatta: è riuscita a vincere una partita che conta. Fin qui, i big match erano sempre stati la grande incompiuta dei nerazzurri, tanto da cominciare a dubitare della loro capacità di difendere il titolo. Il 3-2 a San Siro contro il Napoli non avrà cancellato tutti i dubbi, ma almeno ha spezzato la maledizione. E ha riaperto il campionato.
Risultato alla mano, si potrebbe dire che questa è stata la miglior partita dell’Inter da quando Inzaghi è arrivato a Milano. Ma in realtà non è vero: Inter-Napoli è stata la solita grande partita dell’Inter, nel bene e nel male. Esattamente come già visto contro Atalanta e Juventus, Milan, Lazio e mettiamoci dentro pure il Real Madrid in Champions League, i nerazzurri hanno giocato sprazzi di ottimo calcio, dominando per un’ora gli avversari, ricordando perché sono campioni d’Italia e superiori probabilmente ad ogni altra formazione in Serie A. Proprio come in tutti i precedenti, però, si sono smarriti sul più bello: hanno mostrato limiti tattici e caratteriali, incapaci di chiudere la partita e difendere il punteggio; Inzaghi ha sbagliato un paio di cambi, i giocatori si sono fatti prendere dalla paura, trasformando gli ultimi venti minuti in un calvario. L’unica, vera differenza è stata che stavolta l’Inter era riuscita a concretizzare un po’ di più. E che ha avuto fortuna.
È la dimostrazione che prima o poi la ruota doveva girare, ed infatti è girata. Per tutti. Non solo per l’Inter, che aveva un credito per come erano finite storte alcune gare, in particolare il pareggio con la Juve e la sconfitta con la Lazio. Anche per il Napoli e per il Milan, perché in fondo è stata una prima volta pure per Spalletti e Pioli, se pur in negativo: la prima sconfitta in stagione per due squadre che fin qui avevano praticamente solo vinto, persino oltre i loro meriti di questo strepitoso inizio di stagione. Mentre non c’è stato particolare demerito in questo brusco stop: sicuramente non per i rossoneri, che tra mille assenze hanno fatto l’ennesima ottima gara a Firenze, puniti solo da alcune topiche individuali. E che dire del Napoli, uscito comunque a testa alta da San Siro, ma senza Osimhen, vittima di un grave infortunio che può davvero condizionare la stagione degli azzurri.
Insomma, questa giornata non ridimensiona troppo Milan e Napoli (se non appunto per il ko dell’attaccante nigeriano). L’Inter per conto suo è superiore (e lo sapevamo già), ma non ha più quel “killer instinct” che Conte era riuscito a trasmettere al suo gruppo e che se n’è andato insieme all’ex tecnico; la squadra di Inzaghi se lo dovrà riconquistare, e magari comincerà a farlo proprio da questa vittoria, in fondo anche l’Inter di Conte si era sbloccata solo battendo la Juve dopo una lunga serie di big match steccati. Così negli equilibri del campionato non è cambiato quasi nulla, eppure è cambiato tutto. È cambiata la classifica: la fuga è interrotta, davanti ci sono tre squadre in quattro punti e le altre dietro si avvicinano, persino la Juventus a -11 sembra meno lontana. La corsa scudetto è riaperta.
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