Poco prima dell’intervento conclusivo di Matteo Renzi, tocca all’ex ministro Teresa Bellanova scaldare il pubblico, in uno dei passaggi più infuocati del suo discorso pronuncia una vera e propria arringa a difesa del leader di Italia Viva: “Ai tanti che rimestano nel torbido, che vogliono equivocare tra illegale e opportuno, io a questi signori dico, vi racconto una storia. Nel 2019 io ho scelto perché ero convinta del passaggio di fase che dovevamo compiere. Ho scelto perché il Pd, che è stata casa mia, aveva venduto l’anima al populismo. E chi ha la mia storia non può accettare la pratica populista. E allora io allora ho detto basta. Ho detto basta alle doppie morali, ho detto basta ai caminetti, ho detto basta a chi giocava le proprie carriere sulle vite degli altri e non riconosco a nessuno di costoro autorità morale per giudicare e dare patenti, non riconosco autorità morale a chi ha predicato sandalo e saio ma la pratica poi era convento povero e frati ricchi. Allora, è illegale fare conferenze? No, non lo è… è opportuno? Permettetemi un ricordo…” e racconta la storia della sua candidatura del 2006, quando accese un mutuo per pagarsi la campagna elettorale per poi passare all’affondo contro Pierluigi Bersani che nel 2006 accettò un contributo elettorale dall’Ilva di Taranto: “Una domanda, non era illegale, ma è opportuno prendere 98 mila euro sul proprio conto per farsi la campagna elettorale? Sicuri che potete occupare i salotti televisivi per parlare delle opportunità degli altri?”

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