di Claudio Fantuzzi
Francamente, spero che il Fondo americano subentri al più presto, se non altro avremo un servizio post-vendita (187/119) che funziona.
A proposito di servizio posta vendita della Bell Telephone (americana), ecco una “storiellina”, ma vera. Stavo a New York e una sera, come di consueto, chiamo l’Italia per parlare con una signorina che non aveva voluto seguirmi (poi lo fece, ma con calma). L’Overseas Operator to Europe (allora la teleselezione per l’Italia ancora non esisteva – noi eravamo ai “duplex”, appena usciti dal telefono con la manovella), mi dà il numero quasi subito. Purtroppo, però, la linea era molto disturbata, tanto che la conversazione durò circa mezz’ora invece dei soliti 15 minuti in quanto entrambi eravamo obbligati a ripeterci frasi e frasette.
Il giorno dopo lo dissi in ufficio, dove mi consigliarono di chiamare il Consumer Department della Bell. Mi misi a ridere, certo che scherzassero, anche pensando al centralino del mio paese, una cantina più o meno… Ma feci quel numero, sebbene incredulo.
Raccontai la cosa, mi chiesero un numero di reperibilità, dicendomi che entro 24 ore mi avrebbero richiamato. Infatti, il mattino dopo m’informarono di aver controllato e che effettivamente nell’ora della mia telefonata era occorso un guasto al cavo sottomarino Usa-Europa; si scusavano e mi assicuravano (sempre una voce umana, non una registrazione) che mi avrebbero scontato 15 minuti sulla prossima bolletta.
Era il 1971 e quella era la Bell Telephone di cinquant’anni fa. E ora pensate alla Tim di oggi.
Che gli americani arrivino presto. Li aspetto con ansia.