Almeno cinque persone sono morte e più di quaranta sono rimaste ferite da un suv piombato in mezzo a un corteo natalizio a Waukesha, nel Wisconsin, a trenta chilometri da Milwaukee, nel pomeriggio del 21 novembre. Quindici tra i feriti sono bambini. Una persona è in stato di fermo per l’episodio ed è stato interrogato dalla polizia: si chiama Darrell Edward Brooks Jr. ed è un 39enne con vari precedenti penali, che si esibisce come rapper con il nome d’arte di MathBoi Fly. Era stato scarcerato dietro cauzione di mille dollari due giorni prima della strage (venerdì 19 novembre), dopo essere stato arrestato il 5 novembre per violenza domestica, resistenza a pubblico ufficiale, condotta sregolata e percosse. In un altro procedimento, risalente a luglio 2020, è accusato anche di possesso illegale di arma da fuoco. L’ipotesi è che Brooks abbia investito il corteo mentre fuggiva dalla scena di un altro crimine, forse un’aggressione con arma da taglio: dalle prime indagini, invece, non sono emersi legami col terrorismo domestico o internazionale. Sui social rimbalzano anche notizie di spari, che secondo il capo della polizia locale Dan Thompson sono stati esplosi da un agente contro il veicolo.

Dopo che l’automobile è piombata sul corteo, numerose famiglie con bambini sono fuggite terrorizzate verso le proprie auto. Diverse persone sono rimaste ferite a terra. In alcuni video che circolano sui social, ripresi anche dalla Fox, si vede un suv rosso (un Ford Escape, secondo alcuni) arrivare a grande velocità pochi secondi dopo il passaggio di una banda che suona “Jingle bells”. In altre immagini si vede lo stesso mezzo fuggire dopo aver infranto alcune barriere. L’episodio si è verificato intorno alle 17 di domenica, durante una parata che tradizionalmente dà inizio alle festività natalizie ed è considerata uno dei maggiori eventi della città, che quest’anno celebra i suoi 125 anni. Molte persone sono state travolte suscitando scene di panico, tra urla, pianti e fuggi fuggi verso case e negozi per mettersi al sicuro. La zona è stata evacuata e isolata per alcune ore. Il primo timore è stato quello di un attentato: “Mentre stavamo tornando dalla parata abbiamo visto un suv che sfrecciava a tutta velocità lungo il percorso del corteo. Poi abbiamo sentito un forte boato e assordanti urla e pianti delle persone che erano state colpite dal veicolo”, ha raccontato ai media il consigliere comunale democratico Angelito Tenorio, uno dei testimoni dell’episodio. “Poi abbiamo visto gente scappare o cessare di piangere, c’erano molte persone ferite a terra”, ha aggiunto.

Il sindaco Shawn Reilly intanto ha espresso la propria solidarietà ai feriti e alle loro famiglie. Su ordine delle autorità, le scuole della cittadina sono rimaste chiuse lunedì 22 novembre, mentre il governatore del Wisconsin Tony Evers ha ordinato le bandiere a mezz’asta in tutto lo Stato e ha annunciato la creazione di un fondo ad hoc destinato ai parenti delle vittime. Il presidente Joe Biden “riceve regolari aggiornamenti” sulle conseguenze della strage, fa sapere su Twitter la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki: “Il nostro team è in stretto contatto con le autorità locali per offrire ogni sostegno e aiuto necessario. I nostri cuori sono vicini alle famiglie ed all’intera comunità”, aggiunge.

L’Aurora Medical Center di Summit, ospedale a pochi chilometri da Waukesha, ha riferito alla Cnn di avere in cura 13 persone tra i sopravvissuti alla strage: tre sono in condizioni critiche, quattro in condizioni gravi e sei in condizioni discrete. L’ospedale Froedtert di Milwaukee, l’unico centro traumatologico di livello I nel sud-est del Wisconsin, sta assistendo alcuni pazienti, ma non fornisce un numero specifico né condizioni. La strage arriva al termine di settimana turbolenta in Wisconsin, dove un giovane americano, Kyle Rittenhouse, è stato assolto questa settimana dall’accusa di aver sparato a due uomini l’anno scorso durante alcune proteste antiviolenza sfociate in disordini. Il fatto era avvenuto a Kenosha, 90 chilometri da Waukesha, nell’agosto del 2020. Kenosha è già stata segnata dalle proteste sulla scia della sparatoria del 23 agosto a Jacob Blake, l’afroamericano ferito gravemente dalla polizia e rimasto paralizzato.

Tra le vittime della strage ci sono anche alcune delle “Milwaukee dancing grannies” (“nonne danzanti”), un popolarissimo gruppo di anziane signore che partecipano ogni anno ad una ventina di parate natalizie, dove danzano agitando pon pon colorati. “Siamo devastati da questa terribile tragedia” si legge sulla pagina Facebook del gruppo. Le “dancing grannies”, prosegue il post “stavano facendo quello che amavano, si esibivano nelle parate di fronte alla folla, facendo spuntare un sorriso su i volti di tutte le età, riempendoli di gioia e felicità”. Il gruppo è attivo da più di 30 anni, come testimoniano le numerose foto in costume su Facebook: “Sono veramente adorabili, anziane signore che danzano, la gente le aspetta quando assiste alle sfilate”, ha detto al Washington Post David Simmons, pastore della chiesa episcopale di St. Matthias a Waukesha.

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