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Adele cambia le regole di Spotify ma gli utenti non la prendono benissimo: “Ma se io le voglio ascoltare come ca**o mi pare?”. Ecco cosa è successo

Complice l'uscita del suo nuovo album, la cantante ha chiesto (e ottenuto) di rimuovere la riproduzione casuale di default per l'ascolto di “30”. E così, il cosiddetto “shuttle” è stato disattivato, almeno per lei. Spotify: “Qualsiasi cosa per te"

di Giulio Pasqui

Adele cambia le regole di Spotify. Complice l’uscita del suo nuovo album, la cantante ha chiesto (e ottenuto) di rimuovere la riproduzione casuale di default per l’ascolto di “30”. E così, il cosiddetto “shuttle” è stato disattivato, almeno per lei. “Era la mia unica richiesta. Non scriviamo album con cura e non compiliamo la tracklist con attenzione senza motivo. Raccontiamo storie con la nostra arte e i dischi andrebbero ascoltati come desideriamo. Grazie Spotify per aver ascoltato”, ha scritto Adele su Twitter.

Non si è fatta attendere la risposta di Spotify, arrivata attraverso un comunicato stampa: “Qualsiasi cosa per te. Siamo felici di annunciare una nuova feature Premium che utenti e artisti richiedono da tempo. Chi vuole ascoltare un disco in ordine casuale può ancora farlo nella pagina “Now Playing”. Come sempre, continueremo ad aggiornare il nostro prodotto per offrire la migliore esperienza possibile sia agli artisti che ai loro fan”.

Non tutti hanno accolto con felicità decisione di Adele. Alcuni utenti hanno manifestato malumori. Uno, per esempio, ha scritto: “Ora dovrò ascoltare l’album come vuole lei? Se vado al ristorante non voglio che lo chef controlli che mangio i piatti nell’ordine che vuole lui”, ha scritto un utente. Un altro ha scritto: “Ma se io le voglio ascoltare come cazzo mi pare?”. Tuttavia, a ringraziare Adele sono stati gli artisti indipendenti, che ora chiedono un altro aiuto alla cantante: “Adele, ora potresti chiedere che Spotify ci paghi il giusto?”, ha scritto Damon Krukowski del duo Damon and Naomi. Secondo lui, il contributo di Spotify che dà è “l’algoritmo che sta alla base delle raccomandazioni, che è piegato dalle bustarelle e da altre distorsioni al fine di far ascoltare la musica che Spotify vuole che tu ascolti, non quella che potrebbe interessarti di più”.

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