Non è stata un’operazione semplice, perché l’impatto con Skriniar ha creato un “danno devastante” e “per ricomporre le fratture ho dovuto inserire sei placche e ben diciotto viti“. Gianpaolo Tartaro, il chirurgo che ha operato Victor Osimhen, racconta l’intervento che ha dovuto compiere dopo il violento impatto tra l’attaccante nigeriano del Napoli e il difensore dell’Inter durante il match di domenica sera a San Siro. Osimhen dovrà stare fermo per “circa 90 giorni“, ha scritto il club campano. Una prognosi di almeno tre mesi che lo costringerà a saltare il big match contro il Milan e anche l’appuntamento di gennaio in Coppa d’Africa.
Uno stop lungo, ma necessario perché non si è tratto di “una semplice fattura allo zigomo, ma ha interessato anche diverse ossa del viso“, ha spiegato il chirurgo Tartaro a 1 Station Radio. In totale le fratture da ricostruire sono sta ben venti: è stato eseguito “un intervento di riduzione e contenzione delle fratture pluriframmentarie e scomposte dell’osso malare, dell’arco e del pomello zigomatico, del pavimento e della parete laterale dell’orbita, e della diastasi della sutura fronto-zigomatica – ha fatto sapere il Napoli in una nota – La sintesi dei monconi ossei è stata fatta tramite placche e viti in titanio. Il giocatore sta bene e resterà in osservazione per qualche giorno”.
Osimhen “è finito come sotto una pressa“, ha spiegato Tartaro a calciomercato.it. “Non è stato un trauma da urto, bensì da compressione: la forza cinetica generata dallo schiacciamento del viso di Osimhen contro quello di Skriniar ha creato un danno devastante”. Per questo il chirugo invita alla cautela: “Vediamo come si evolve la situazione, ci siamo presi una forbice larga. Vediamo come rispondono orbita e nervo: la cavità oculare si è stretta. L’occhio è uscito dall’orbita, andiamo con i piedi di piombo”. Anche la soluzione di una maschera per tornare in campo non è facilmente praticabile: “Questa maschera che facciamo oggi si appoggia dove c’è la frattura. Dobbiamo studiare una maschera adatta alla conformazione di Victor, non è una questione così banale, anzi. C’è un nervo lì, tutto molto complicato”, ha concluso Tartaro.