Nel Paese le terapie intensive sono al limite e sono tornati restrizioni e lockdown. La transizione dal vecchio al nuovo governo ha impedito una reazione rapida ed efficace: tuttora la costituenda maggioranza e i Länder non appaiono in sintonia. I tedeschi hanno reagito con disciplina alla stretta, ma si fa sempre più sentire la voce di chi chiede un obbligo alla vaccinazione
Ci sono più di 3.800 ricoverati per Covid-19 nelle terapie intensive tedesche, oltre 1.200 in più rispetto a due settimane fa: per la carenza di personale specializzato, ci sono anche circa 4mila posti letto in meno rispetto ad un anno fa. L’associazione dei medici di terapia intensiva ed emergenza ha lanciato un nuovo allarme, la situazione non è sotto controllo. Il mondo politico, nel frattempo, dà risposte contraddittorie e tardive rispetto alle proiezioni già diffuse da mesi dai virologi. Appena la settimana scorsa la costituenda maggioranza Spd-Verdi-Liberali ha ottenuto l’approvazione della nuova legge sulla tutela delle infezioni che vieta chiusure su largo raggio, ma i Länder si stanno precipitando a varare norme restrittive avvalendosi ancora della dichiarazione di emergenza pandemica prima che quest’ultima scada il prossimo 25 novembre. Misure che potranno restare in vigore fino a metà dicembre. Se anche in 10 su 16 governi locali sono presenti Cdu o Csu, in realtà sono anche Länder in cui governano gli stessi partiti della nuova maggioranza a varare lockdown e chiusure per intere categorie commerciali. La stessa cancelliera Angela Merkel ha invitato i Länder ad intervenire entro il 24 novembre. Una chiara tirata di orecchi al suo successore in pectore, Olaf Scholz. Il suo stesso governo, però, avrebbe dovuto correre prima ai ripari.
In Baviera da mercoledì vigerà il 2G+ (accesso ai luoghi pubblici a soli guariti e vaccinati con test negativo), oltre ad altre restrizioni. In Sassonia da oggi e per tre settimane vige un lockdown con divieti di uscire per i non vaccinati dalle 22 alle 6. Anche in Baden-Württemberg giro di vite: di giorno solo 2G ovunque. Anche in Brandeburgo si pensa a chiusure, verrà deciso probabilmente oggi. La scelta dell’indice delle nuove ospedalizzazioni come criterio di intervento è giudicata con scetticismo perché i dati giungono al Robert Koch Institut con ritardi anche di settimane: pur usando strumenti statistici correttivi, i calcoli non possono sempre essere efficaci. Si prenda ad esempio che mentre venerdì la Baviera, Turingia e Sassonia-Anhalt registravano già un’incidenza ospedaliera sopra il tetto di 9 previsto per far scattare misure di emergenza straordinarie (rispettivamente erano già al 9,15; 17,55 e 11,92) mancavano completamente dati dalla Sassonia.
In questa situazione i tedeschi dimostrano disciplina, con lunghe code per i test e per ricevere la terza dose del vaccino, ma si fanno pure strada incomprensione e irrequietezza verso i non vaccinati. Si colgono commenti rassegnati per la cancellazione di molti mercatini di Natale e gli incombenti divieti anche per Capodanno. Si fa sempre più sentire la voce di chi chiede un obbligo alla vaccinazione per tutti e anche gran parte del mondo politico, trasversalmente a tutti i partiti al di fuori di AfD e FdP, se ne fa adesso portavoce. Il ministro della Salute, Jens Spahn, ha però ripetuto che ci sono profili di incostituzionalità. Al contempo ha dichiarato che il suo dicastero dietro indicazione della nuova maggioranza sta lavorando a una legge che introduce l’obbligo per il personale sanitario e di assistenza.
Intanto gli assistenti negli studi medici privati subiscono aggressioni, non sempre solo verbali, da pazienti contrari alla vaccinazione. È in corso una “isteria sociale”, ha dichiarato il presidente dei medici di base Klaus Reinhardt già giorni fa. Si fa strada, perciò, l’idea di un bonus anche per loro, dirottando parte dei fondi previsti per ora come bonus per il personale ospedaliero. “Sono conscio che processi e prassi pianificate dovranno essere cambiate e che gli aiutanti dovranno esercitare un lavoro di convincimento”, ha dichiarato Spahn. Sessanta medici hanno già aperto un portale di appuntamenti per vaccinare i bambini da 5 anni a partire dal 20 dicembre, ma sotto l’anonimato per il primo contatto perché temono rappresaglie.