L'episodio è avvenuto a Rosignano, in provincia di Livorno. A perdere la vita, probabilmente per infarto, un 53enne della zona che aveva appena fatto il richiamo e si è sentito male subito dopo essere uscito dall'hub. L'azienda sanitaria: "Ad una prima valutazione, visti anche i tempi ridotti tra la vaccinazione e il malore accusato e l'assenza riferita di patologie allergiche, non sembra esserci una relazione causale tra la somministrazione e il decesso"
È stato colpito da malore all’hub vaccinale di Rosignano Solvay, in provincia di Livorno, subito dopo la somministrazione della seconda dose di vaccino anti-Covid di Pfizer ed è morto durante il trasporto al pronto soccorso. È accaduto domenica. Federico Bertoli, aveva 53 anni, era originario di Castelnuovo della Misericordia (frazione di Rosignano). L’Asl esclude una relazione tra la somministrazione del vaccino e il malore anche per il brevissimo lasso di tempo tra l’iniezione e i sintomi, mentre è più probabile che si sia trattato di un infarto, come purtroppo avviene in altre situazioni e in altri contesti. Ad ogni modo, per fugare ogni dubbio, è stata disposta l’autopsia.
“L’andamento sintomatologico e clinico, oltre al fatto che si trattava di un richiamo, ci fa credere che non vi sia alcuna associazione” spiega la dottoressa Donatella Pagliacci, direttore della Società della Salute Valli Etrusche. “Ad una prima valutazione – aggiunge in una nota dell’Asl di Livorno -, visti anche i tempi ridotti tra la vaccinazione e il malore accusato e l’assenza riferita di patologie allergiche, non sembra esserci una relazione causale tra la somministrazione e il decesso”. “Nella nostra zona – prosegue Pagliacci – abbiamo fatto più di 140mila vaccinazioni, oltre un milione in mezzo in Toscana. Nessun farmaco è stato mai tanto controllato in maniera sistemica come il vaccino anti Covid, è assolutamente sicuro. Ma è altrettanto importante averne piena certezza, per questo è stata chiesta l’autopsia”.
Bertoli, dopo aver ricevuto la somministrazione, ha atteso come da prassi per 15 minuti ed è uscito dalla struttura. Dopo poco è rientrato accusando senso di oppressione retrosternale e nausea. Il paziente, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, è stato prontamente assistito dal personale presente, tra cui anche un medico anestesista, che ha messo in atto tutte le azioni necessarie per la gestione dell’emergenza. Contemporaneamente all’arrivo dei sanitari del 118, l’uomo è andato però in arresto cardiaco. Ripreso il battito, l’uomo è stato caricato sull’ambulanza dove tuttavia, durante il trasporto all’ospedale di Cecina, ha subito un secondo arresto cardiaco, risultato poi fatale.