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Vaccini, Sgarbi sbotta su La7 e Zampa replica: “Ognuno deve fare il suo mestiere. Onorevole, lei deve essere invitato per parlare di Masaccio”

Sfuriata di Vittorio Sgarbi a “L’aria che tira” (La7) in un dibattito incentrato sui vaccini e sull’obbligo vaccinale, a cui il critico d’arte si dichiara favorevole. Il parlamentare, tuttavia, difende la posizione dei vaccino-scettici, appellandosi alla “logica” e sortendo la reazione contrariata degli ospiti della trasmissione.
“Non voglio contraddire i miei dotti amici – afferma Sgarbi – ma il problema è che se lo Stato vuole dare garanzie, deve fare una cosa molto semplice: renda obbligatorio il vaccino. E io lo dico da tempo. Non potete però prendervela coi no vax, che sono come quelli che hanno paura di prendere l’aereo. Vanno rispettati perché hanno dubbi legittimi”.

Gli ospiti scuotono la testa e Sgarbi perde le staffe, rivolgendosi alla conduttrice Myrta Merlino: “Nessuna predica a me che uso la logica. Non chiamatemi più e non invitatemi più. Non voglio parlare più di vaccini e di covid. Voglio parlare di Masaccio e di Caravaggio, ma non accetto che mi si accusi di essere qualcuno che non sono. Io voglio il vaccino obbligatorio, altrimenti smettetela di chiamarmi, perché io non posso avere una posizione diversa. Posso dirlo oppure devo dire quello che tutti i giorni dicono la Zampa, Speranza e anche tu? Tutti uguali siete“.

Immediata la replica della deputata del Pd, Sandra Zampa: “Ricordo che anche il vaccino anti-influenzale lascia prendere l’influenza. Io penso che ognuno debba fare il proprio mestiere. Lei, onorevole Sgarbi, è un grande critico d’arte. Secondo me, fa bene a dire che vuole essere chiamato per parlare di Masaccio. Al suo posto, non insisterei nel dire cose inesatte. Basterebbe ammettere di dire cose inesatte. Riguardo all’obbligo vaccinale, questo è sempre rimasto sullo sfondo, nel senso che è una ipotesi che non è mai stata esclusa – conclude – Il governo, però, saggiamente ha voluto misurare questa ipotesi passo per passo. Obbligo vaccinale significa trattamento sanitario obbligatorio, che prevede che le persone vengano eventualmente costrette a vaccinarsi. Io vorrei chiedervi: pensiamo davvero che sia così semplice mettere in piedi questo meccanismo? Rammento che l’obbligo vaccinale esiste già per alcune categorie lavorative. Io ritengo sicuramente opportuno estenderla ai lavoratori a contatto col pubblico”.