La missione di protezione del pianeta Terra da 330 milioni di dollari ha l'obiettivo di alterare leggermente la traiettoria di Dimorphs, una "luna larga circa 160 metri" (come il Palazzo della regione Lombardia di Milano o due volte la Statua della Libertà di New York) che circonda l'asteroide Didymos, scoperto nel 1996, molto più grande
È partita l’operazione Duble Asteroid Redirection Test (Dart), la missione Nasa con micro-satellite LiciaCube made in Italy per deviare un asteroide che nel 2022 potrebbe potenzialmente avvicinarsi troppo al nostro pianeta. Così, come in uno Space Invader a dimensione reale, l’impresa da 330 milioni di dollari si propone di proteggere la Terra da impatti.
Il razzo Falcon 9 della Space X è stato lanciato dalla base Vandenberg Space Forze in California alle 22.21 (7.21 ora italiana) e il suo obiettivo è alterare leggermente la traiettoria di Dimorphs, una “luna larga circa 160 metri” (come il Palazzo della regione Lombardia di Milano o due volte la Statua della Libertà di New York) che circonda l’asteroide Didymos, scoperto nel 1996, molto più grande. A bordo c’è anche l’Italia con LiciaCube, il micro-satellite ‘fotoreporter’ che dovrà filmare l’impatto per valutarne la riuscita. Questo secondo i piani avverrà nell’autunno del 2022, quando il sistema di asteroidi si troverà a 11 milioni di chilometri dalla Terra, il punto più vicino mai raggiunto.
“Stiamo cercando di imparare come deviare una minaccia“, ha detto Thomas Zuburchen, capo del progetto della Nasa. Infatti, gli asteroidi in questione non rappresentano una minaccia reale per il nostro pianeta ma appartengono a una classe di corpi celesti noti come Near-Earth Objects (Neo), che possono avvicinarsi alla Terra entro i 30 milioni di miglia. Non a caso, appena scoperto Didymos (“gemello” in greco), il suo asteroide venne chiamato Dimorph ( “doppia forma” in greco, ossia “mutato”) perché è stato identificato come un oggetto celeste che avrebbe subito modifiche strutturali a seguito di un impatto. Ci sono 10mila asteroidi vicini alla Terra conosciuti di dimensioni pari o superiori a 140 metri, ma nessuno ha una possibilità significativa di colpire il pianeta nei prossimi 100 anni. Gli scienziati pensano che vi siano ancora altri 15mila oggetti simili in attesa di essere scoperti.
Così la missione di protezione planetaria prevede di impattare l’asteroide a 21 mila chilometri orari, con una sonda a bordo del Falcon accelerata da un mix di motori a propulsione tradizionale uniti a innovativi propulsori a ioni. Si è stimato che l’urto produrrà una variazione quasi impercettibile della velocità di Dimorphos, di appena 0.4 millimetri al secondo, ma che nel corso tempo questa si tradurrà in un’importante modifica dalla traiettoria iniziale.
Circa 10 giorni prima dell’impatto sarà rilasciato LiciaCube, un piccolo satellite interamente realizzato in Italia da Argotec, per conto di e in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e gestito da ricercatori coordinati dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Una volta separatosi da Dart, LiciaCube si sposterà in una posizione di sicurezza e con la miglior visuale per osservare l’impatto della sonda con Dimorphos. Le due telecamere di bordo saranno fondamentali per documentare gli ultimi istanti di Dart e soprattutto per misurare gli effetti, inizialmente molto piccoli, che l’impatto avrà sulla traiettoria dell’asteroide.