“Ho presentato quattro prove schiaccianti del fatto che il Pm di Firenze ha violato l’articolo 68 della Costituzione”. Matteo Renzi dopo essere stato ascoltato in Giunta per le Immunità del Senato, risponde alle domande dei cronisti a Palazzo Madama. “Il pm di Firenze è lo stesso che ha arrestato mia madre e mio padre e poi annullato l’arresto, indagato mio cognato, mia sorella” spiega ancora il leader e senatore di Italia Viva, dicendo però di “non sentirsi un perseguitato”.
Secondo l’ex presidente del Consiglio, quindi, le “prove” presentante in Giunta, testimoniano una violazione della Costituzione nell’inchiesta Open, che lo vede assieme ad altri indagato per finanziamento illecito ai partiti. Nello spiegare le quattro “prove” presentate, Renzi oltre i messaggi Whatsapp con Vincenzo Manes del giungo 2018, ora aggiunge nuovi episodi sui quali, a suo avviso, la Giunta dovrà pronunciarsi. Si tratta dello “scambio di whatsapp con il dottor Carrai, una serie di e-mail dell’agosto 2019 ed il quarto è quello relativo all’estratto conto acquisito dal Pm in data 11 gennaio 2021”, spiega ancora ai cronisti.
Meno netto il presidente della giunta per le Immunità di Palazzo Madama, Maurizio Gasparri: “Il punto del conto corrente andrà valutato e ci sarà una discussione – spiega ai cronisti – sui Whatsapp ci sono sentenze di varia natura che distinguono se i Whatsapp sono ‘corrispondenza’ o meno, mentre le e-mail certamente lo sono”.