I bambini, sottratti all’insegnamento pubblico, frequentano le lezioni nelle foreste della val Aurina, alta val Venosta e Passiria. Al vaglio della procura c'è anche un video girato da un insegnante no vax sospeso che riprende la sua classe durante le lezioni all’aria aperta
Dall’Alto Adige, travolto dai contagi e costretto a prendere misure per contenere la pandemia da Covid, arriva anche la notizia che la procura dei minori di Bolzano ha aperto un fascicolo sul boom dell’istruzione parentale. Con una lettera alla sovrintendenza scolastica, la procura ha infatti chiesto di segnalare i casi in cui c’è il rischio di una lesione allo studio. Invito subito recepito dalla sovrintendente della scuola di lingua tedesca, Sigrun Falkensteiner, che ha avviato ispezioni mirate nelle famiglie che hanno ritirato i figli dal sistema scolastico per evitare mascherine in classe e aggirare le misure anti contagio. E così ieri la magistratura ha individuato dieci ‘scuole nel bosco’: i bimbi sottratti all’insegnamento pubblico, frequentano le lezioni nelle foreste della val Aurina, alta val Venosta e Passiria. In tutto sono 629 gli alunni attualmente in home schooling, contro i 30 del periodo pre-pandemico. Al vaglio della procura c’è anche un video girato da un insegnante no vax sospeso che riprende la sua classe durante le lezioni all’aria aperta.
Intanto gli impiantisti si appellano ai cittadini perché si vaccinino e salvino la stagione sciistica che con l’aumento delle infezioni potrebbe essere a rischio. “Il successo della stagione invernale e quindi i numerosi posti di lavoro ad essa associati – sono in totale circa 2200 e il valore aggiunto creato è pari a circa 2,6 miliardi di euro – dipende da ciascuno di noi. In qualità di datori di lavoro, è nostro dovere verificare il rispetto delle norme applicabili da parte sia dei dipendenti che degli ospiti. Per superare al meglio l’inverno, dobbiamo tutti utilizzare l’ampia gamma di opzioni per la vaccinazione, che si tratti di ricevere la prima, la seconda o la dose di richiamo”, afferma Helmut Sartori, presidente dell’Associazione Esercenti Funiviari dell’Alto Adige.
In questo contesto Sartori ricorda che attualmente esistono 360 impianti di risalita in Alto Adige, che generano complessivamente circa 360 milioni di euro di fatturato (2019). “Il 90% dei ricavi viene realizzato in inverno – il 25-30 per cento solo nel periodo natalizio – il che rende chiaro perché la stagione invernale è così importante per noi. Le nostre imprese investono mediamente 120-180 milioni di euro l’anno e sono quindi clienti importanti per molte imprese locali”. La maggior parte dei comprensori sciistici altoatesini aprirà nei prossimi giorni.
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