Sembra oramai inarrestabile il numero dei momenti di imbarazzo creati dalle apparizioni pubbliche dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Prima la pennichella durante la CoP26, poi il peto “rumoroso” in compagnia dei reali d’Inghilterra, infine l’ostentata, meccanica, incontrovertibile lettura del gobbo
Nuova gaffe plateale di Joe Biden dopo il peto malcelato davanti al Principe Carlo e Camilla Parker Bowles. Sembra oramai inarrestabile il numero dei momenti di imbarazzo creati dalle apparizioni pubbliche dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Prima la pennichella durante la CoP26, poi il peto “rumoroso” in compagnia dei reali d’Inghilterra, infine l’ostentata, meccanica, incontrovertibile lettura del gobbo. Già, perché Biden, in un discorso riguardante l’aumento del prezzo del gas e della catena di approvvigionamenti energetici negli Usa non ha fatto nulla per celare lo sguardo fisso verso il rullo preparato dai suoi ghostwriter, tanto che a un certo punto lo si è sentito pure citare una scritta tra parentesi. “A causa delle azioni che abbiamo intrapreso, le cose hanno cominciato a cambiare – ha affermato Biden citando il ceo di Walmart – per poi aggiungere: “End of quote”.
Insomma anche se poco prima aveva specificato che era una citazione, nella catatonia della lettura alquanto robotica si è come incantato buttandoci dentro anche quello che i ghostwriter gli avevano scritto tra parentesi. L’ironia sul web non è tardata ad arrivare. Biden è subito diventato oggetto di frizzi e lazzi, ma soprattutto di un paragone che gli americani conoscono bene: Ron Burgundy. Ovvero la parodia degli anchorman anni settanta che leggono il gobbo come un libretto d’informazioni realizzata da Adam McKay e Judd Apatow, e interpretato da Will Farrell. Il New York Post ha osato l’impietoso paragone sostenendo che Biden ha avuto un “momento Ron Burgundy”. Per chi non avesse visto il film, in una celebre scena Burgundy/Farrell legge il gobbo (in americano: teleprompter) per presentare un servizio giornalistico e nella frase finale dove saluta il pubblico dicendo “Io sono Ron Burgundy” legge anche un punto interrogativo messogli inavvertitamente da qualche distratto redattore.