Il ministro delle Politiche Agricole e capo delegazione del M5S al governo all'Adnkronos: "Indipendentemente da chi il Parlamento e i grandi elettori decideranno dovrà essere prossimo Presidente della Repubblica, io credo non si possa tornare al voto perché vi sono degli elementi di necessità che debbono per forza prevedere una continuità e non una sospensione lunga per un momento elettivo"
Mario Draghi al Quirinale? Anche se fosse, poi non si dovrebbe tornare alle urne. E’ questo, in sintesi, il pensiero di Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche Agricole e capo delegazione del M5S al governo. “Nessuno ha la sfera di cristallo, quello che accadrà è difficile da prevedere, anche per la fluidità delle forze politiche, l’importanza di gruppi misti totalmente eterogenei: gestire quella fase sarà totalmente un’incognita. Ma, indipendentemente da chi il Parlamento e i grandi elettori decideranno dovrà essere prossimo Presidente della Repubblica, io credo non si possa tornare al voto perché vi sono degli elementi di necessità che debbono per forza prevedere una continuità e non una sospensione lunga per un momento elettivo: tra campagna elettorale, elezioni, formazione del governo passerebbero sei mesi”, dice il ministro all’Adnkronos.
“Credo che in questo momento -con le risorse del Pnrr da incanalare nelle diverse strade di investimento previste, la gestione della pandemia che comunque non è finita- pensare di portare il Paese al voto sia un errore, dunque a prescindere da chi sarà il Presidente della Repubblica credo si debba proseguire in questa Legislatura”, continua Patuanelli. Che su Draghi aggiunge: “Credo abbia dimostrato di essere in grado di condurre il Paese in questa fase complessa, con una situazione politica non facile da gestire all’interno di un Cdm e di un Parlamento con tante forze così diverse che assieme devono prendere delle decisioni, Draghi ha sempre dimostrato di non cercare un equilibrio ma di fare le cose di cui è convinto, a volte contrastando in qualche modo gli interessi di una forza, qualche volta di un’altra, ma alla fine se è convinto che una strada è quella giusta è in quella direzione che si muove. Ed è questa l’unico modo che aveva per affrontare questo ruolo così complicato. Nel caso ci fosse un voto del Parlamento per Draghi Presidente della Repubblica, trovare una persona di altrettanta capacità e autorevolezza non sarebbe facile, dunque il primo pensiero è bene che resti presidente del Consiglio. Poi le condizioni con le quali arriveremo a gennaio e le interlocuzioni delle varie forze politiche vediamo a cosa parte…”. E dunque Patuanelli chi vorrebbe al Colle? “In linea di principio, mi piacerebbe ci fosse una donna, non perché per forza il prossimo Presidente della Repubblica debba essere una donna, ma perché credo che sia il momento in cui questo Paese possa avere all’apice dei suoi organi costituzionali una donna”.
Patuanelli ha commentato anche le dinamiche interne ai 5 stelle. A cominciare dall’apertura al 2×1000. “E’ evidente che la forza politica che cresce, diventa forza di governo e deve radicarsi sul territorio, deve anche avere a disposizione una struttura e la struttura costa”, dice il ministro, esprimendosi a favore della svolta. “Cerco sempre di non essere ipocrita né di nascondermi dietro un dito. A cinque anni non mi mettevo la cravatta e l’abito, ma nemmeno a 38. Le cose nella vita cambiano e ci si adegua al cambiamento. E’ evidente che, affinché il M5S possa radicarsi sui territori, come è necessario che sia, bisogna anche investire risorse per essere presenti. Molti attivisti ci chiedono: come facciamo ad avere una sede? Dove ci incontriamo?”, ha proseguito Patuanelli. Dopo la svolta sul 2×1000 sarà addio anche alla regola dei due mandati? “Oggi è prematuro fare questo ragionamento, quando sarà il momento queste persone decideranno come farlo, se farlo e quando farlo. Sul 2×1000 faremo un passaggio in rete, come è giusto che sia quando si modificano le regole. Come tutti i portavoce sono in conflitto di interessi pur essendo al primo mandato, ma anche per me arriverà quel momento dopo una seconda eventuale legislatura fatta. Credo si debba far ragionare gli organi deputati sulla eventuale necessità (di abrogare la regola dei due mandati, ndr), su come farlo, su come proporlo agli iscritti. Gli organi deputati sono il presidente, il garante e l’organo di garanzia, che approva i regolamenti”, dice il ministro. Riguardo al cosidetto “Aventino” dei 5 stelle sulla Rai, invece, ha aggiunto: “Credo sia stato giusto in quel momento segnalare la situazione in cui ci trovavamo con molta chiarezza e anche in modo forte, dopodiché nella vita nulla è per sempre e vedremo cosa succederà. Però ribadisco la gravità di quel passaggio”.