Gli eurodeputati hanno dato il via libera per avviare i colloqui con i governi dell’Unione Europea su una direttiva che garantirà a tutti i lavoratori dell’Ue un salario minimo equo e adeguato. L’Europarlamento ha approvato il mandato concordato dalla Commissione per l’occupazione e gli affari sociali con 443 voti a favore, 192 contro e 58 astensioni. I negoziati potranno iniziare non appena il Consiglio avrà concordato la propria posizione. La proposta di direttiva su un salario minimo mira a stabilire dei requisiti di base per garantire un reddito che permetta un livello di vita dignitoso per i lavoratori e le loro famiglie.
Gli eurodeputati propongono due possibilità per raggiungere questo obiettivo: un salario minimo legale (il livello salariale più basso consentito dalla legge) o la contrattazione collettiva fra i lavoratori e i loro datori di lavoro. Inoltre, il Parlamento vuole rafforzare ed estendere la copertura della contrattazione collettiva obbligando i Paesi Ue con meno dell’80% dei lavoratori coperti da questi accordi a prendere misure efficaci per promuovere questo strumento. La stessa Commissione Ue si è in passato espressa a favore dell’introduzione di una soglia minima nelle retribuzioni lasciando ai singoli paesi la scelta se perseguirla attraverso la contrattazione collettiva o per legge.
Il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte invita tutti leader politici a dare un segnale a favore della dignità del lavoro.
Chiedo ai leader delle altre forze politiche: volete alzare gli stipendi degli italiani e dare un segnale a chi vede calpestata la sua dignità con paghe da fame? Facciamolo domani: in Parlamento c’è la proposta del M5S sul #salariominimo. Basta perdere tempo, #alziamoisalari! pic.twitter.com/XUHOrwiUPg
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) November 25, 2021
Tra le prime reazioni anche quella del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ex capo politico del M5s, tra le forze politiche che spingono di più per questa misura: “Ricordo ancora il momento in cui decidemmo di inserire il salario minimo come primo punto nel programma delle elezioni europee del 2019. Con il voto di oggi in Parlamento Europeo questa battaglia del MoVimento 5 Stelle compie un altro passo decisivo”. “Per noi – aggiunge – quello sul salario minimo è un impegno preso con i cittadini in cui abbiamo creduto fin dal primo istante, ed era anche la condizione per appoggiare Ursula Von Der Leyen come Presidente della Commissione Europea”.
Daniela Rondinelli, eurodeputata M5s tra coloro che hanno seguito più da vicino l’iter del dossier, spiega che “l’approvazione di questo provvedimento era il primo punto del nostro programma per le elezioni europee del 2019, quindi possiamo con orgoglio dire: missione compiuta, anche perché il testo approvato oggi presenta elementi a dir poco rivoluzionari per il mercato del lavoro europeo e italiano”.
Più nel merito, sottolinea, “vengono definiti tre criteri per la determinazione del salario minimo, dovrà essere al di sopra del 50% del salario medio e del 60% del salario mediano lordo nazionale, ed essere al di sopra di una ‘soglia di dignità‘ calcolata in base al potere d’acquisto dei salari a prezzi reali“. Il salario minimo, prosegue Rondinelli, dovrà riguardare tutti i lavoratori anche i riders, gli stagionali, i tirocinanti e gli stagisti. Basta lavoratori sottopagati”. L’europarlamentare M5s conclude: “Adesso ci aspettiamo che il Ministro del Lavoro Andrea Orlando difenda in sede di Consiglio l’ambiziosa posizione del Parlamento europeo. Auspichiamo che l’approvazione definitiva del salario minimo avvenga durante la Presidenza francese dell’Unione, nel primo semestre del 2022″.
Ieri il nuovo governo tedesco ha annunciato l’aumento del salario minimo a 12 euro l’ora tra i punti del suo programma. A questo si riferisce segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni affermando che “In Germania il nuovo governo intende alzare il salario minimo a 12 euro l’ora. Qui in Italia invece si discute del nulla, si vogliono tagliare le tasse ai redditi più alti e continua la tarantella delle pensioni a scapito di giovani, lavoratori e pensionati”. Lo afferma il . “Una misura di civiltà, per migliorare la vita di milioni di lavoratori e lavoratrici: almeno 10 euro l’ora – conclude il leader di Si – esteso a tutte le tipologie contrattuali e in aggiunta alla contrattazione collettiva. Semplice no?”.