L'analisi su 10 Paesi in cinque continenti mette in luce una crescita delle segnalazioni, salite soprattutto con il lockdown. In Italia incremento del 73%. Già i dati prima del Covid erano molto allarmanti: nel 2018 oltre 245 milioni di donne e ragazze nel mondo erano state vittime di violenza sessuale o fisica da parte del proprio partner
Nei primi mesi di lockdown il numero di chiamate ai centri anti-violenza per segnalare episodi di violenza domestica da parte delle vittime è aumentato tra il 25% e il 111%. È l’allarme che conferma quanto già conosciuto, lanciato da Oxfam in un nuovo rapporto diffuso il 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’ong partecipa alla Campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”. I dati sono relativi a 10 paesi in 5 continenti. Nello specifico sono questi gli incrementi: Argentina e Regno Unito del 25%, Colombia del 79%, Italia del 73%, Tunisia del 43%, Cina e Somalia del 50%, Sud Africa del 69%, Malesia 111%.
Secondo la National Commission for Women anche in India il dato sarebbe allarmante con un + 250% dei casi nello stesso periodo. Gli stessi operatori sociali si sono detti in molte occasioni incapaci di prestare soccorso a donne e ragazze rimaste gravemente ferite o colpite da tendenze suicide o ancora vittime di partner aggressivi. E i dati pre-pandemia già molto allarmanti: nel 2018 oltre 245 milioni di donne e ragazze nel mondo erano state vittime di violenza sessuale o fisica da parte del proprio compagno. Un numero, peraltro, superiore al totale dei casi di Covid (199 milioni) registrati dallo scoppio dell’emergenza tra ottobre 2020 e ottobre 2021.
In Italia l’insorgere di episodi di violenza e stalking segnalati ai servizi di pubblica utilità e ai centri anti-violenza da marzo 2020 ha riguardato soprattutto donne di cittadinanza italiana, mentre, scrive Oxfam, restano in buona parte ancora non denunciati gli abusi in ambito domestico subiti da donne migranti e rifugiate. A questa emergenza Oxfam sta rispondendo con il progetto Wetoo, che – in Italia, Grecia, Bulgaria, Germania e Serbia – punta a migliorare le competenze dei servizi e delle istituzioni per l’identificazione e la presa in carico delle donne sopravvissute a forme di violenza di genere. “Il virus della violenza di genere porta con sé ferite, stress emotivo, crescente povertà e sofferenza”, ha commentato Maria Nella Lippi, responsabile dei programmi di giustizia di genere per Oxfam Italia. “La pandemia ha messo in tutta evidenza l’incapacità dei Governi, incluso quello italiano, di proteggere le persone che divengono vittime semplicemente per il genere a cui si sentono di appartenere o l’orientamento sessuale che manifestano”.