“Ho iniziato a soffrire di violenza psicologica nel 2004. Lui ha iniziato a dirmi di non andare a lavorare”. Inizia così la storia di Maria, donna vittima di violenza da parte del suo ex marito che ha trovato il coraggio di denunciarlo, affidandosi al centro antiviolenza “Be Free” del San Camillo di Roma. “È come la storia della rana ribollita – racconta – in questo caso ero io ad essere immersa in una ciotola di acqua fresca: piano piano l’acqua si riscalda e se non c’è nessuno che ti dà una mano muori”.
La mano è arrivata grazie anche a un annuncio televisivo: “Ho visto lo spot e ho mandato subito una mail”. La sua è una storia di violenza non solo fisica, ma anche psicologica. “Una donna vittima di violenza psicologica ha paura di andare dai carabinieri e dalla polizia a denunciare, crede di essere pazza. A un certo punto ti rendi conto che sei sola perché questa persona mi aveva allontanato da tutti anche se credevo che la colpa fosse mia”. Il consiglio, dice Maria, è quello di “chiedere aiuto” subito “al primo sintomo”. La speranza, ora, è che il “diritto di famiglia” cambi, “perché una donna non può sopportare, fisicamente e psicologicamente, un giudizio di separazione che può durare anche anni”.