Luca Tommassini – direttore artistico, coreografo e regista – già in passato aveva parlato del difficile rapporto con il padre, andato via di casa quando lui aveva solamente 11 anni. Adesso, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, ha posto l’accento sulle aggressioni che lui e la mamma hanno subito proprio da parte di quell’uomo che lo stesso Luca “non ha mai perdonato“. “La violenza, a casa nostra, era un fatto quotidiano. Sono stato cresciuto a schiaffi e pugni. Quando non mi maltrattava, mio padre mi ignorava”, ha esordito in un’intervista rilasciata a Vanity Fair.
Poi ha spiegato: “Una volta papà ha colpito mamma con un calcio alle spalle, e lei è rimasta immobile. Era andata in coma. Mi sono trovato in ospedale solo con lei, perché anche i parenti ci urlavano addosso che non poteva essere vero, che la mamma non era stata colpita, ma era caduta”. “Quello che ho patito di più è stata la violenza sulla mia mamma. Ho assistito agli abusi per ogni singolo giorno, per diversi anni, prima di cominciare a reagire”, ha raccontato. Questi episodi gli hanno lasciato delle grandi ferite dentro di sé: “Sono ancora molto insicuro. E mi succede, come allora, di avere degli attacchi di panico”, ha detto.
Poi ha raccontato: “Poco tempo prima che morisse d’infarto, in macchina, mi disse che gli dispiaceva per quello che aveva fatto a me e alla mamma. Non ho risposto. E, quando è morto, questa cosa mi è rimasta lì. Forse avrei voluto affrontare il discorso, renderlo consapevole che ci aveva fatto molto più male di quanto pensava, perché non credo che lui non l’abbia mai capito. Ora saprei spiegarglielo meglio”.
Dopo tutto quello che ha passato, oggi Luca ha deciso di battersi contro la violenza sulle donne al fianco della Fondazione Pangea, sfoggiando spesso la maglia dell’Organizzazione anche in occasioni molto importanti come la Mostra del Cinema di Venezia. “Se allora ci fosse stata Pangea, molti dei problemi miei e della mamma sarebbero stati risolti. Pangea ti aiuta a liberarti, ti dà una casa, ti protegge, cerca di farti lavorare”, ha infine concluso il coreografo.