Gabriel Abutbul Alon, l’uomo accusato di aver aiutato il nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg, a rapire il bambino sopravvissuto alla tragedia del Mottarone durante uno degli incontri autorizzati dal Tribunale, è stato arrestato venerdì mattina tramite un mandato di arresto europeo (Mae) a Limisso, nell’isola di Cipro, stato dove risiede. Lo riporta Il Corriere della Sera. È arrivata intanto alle autorità israeliane la richiesta di estradizione nei confronti del nonno, su cui pende un mandato d’arresto internazionale deciso lo scorso lunedì 22 novembre quando il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto il ricorso di Paolo Sevesi, avvocato difensore di Peleg, contro l’ordinanza d’arresto emessa dal giudice per le indagini preliminari (gip) di Pavia.

Lo stesso Tribunale aveva emesso il mandato per Gabriel Abutbul Alon, attivato dal procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e dal pm Valentina De Stefano. Il gip di Pavia Pasquale Villani aveva chiesto l’arresto anche perché si crede che Shmuel Peleg, ex militare israeliano di 58 anni, potrebbe rapire ancora il nipote. Gabriel Abtul Alon è sospettato di far parte della compagnia militare privata Blackwater, un’agenzia di contractor con sede negli Usa e impegnati in teatri di guerra come Iraq ed Afghanistan, abituati a muoversi con le tecniche più sofisticate di copertura nel completo anonimato. E al mandato di arresto per i due si era arrivati proprio perché agli investigatori aveva insospettito il fatto che gli stessi si muovessero in modo “ombroso” sul territorio italiano con l’utilizzo anche di più autovetture a noleggio e comunicando tra loro con utenze telefoniche estere.

Secondo le indagini Alon sarebbe stato “assunto” dai nonni materni di Eitan, Shmuel Peleg ed Esther Cohen, per “assisterli e aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo Eitan in Israele”. Così, l’11 settembre scorso, il paramilitare residente a Cipro aveva aiutato il Peleg a rapire Eitan, dopo averlo prelevato durante uno degli incontri periodici autorizzati dal tribunale, in casa della zia paterna, Aya Biran, che lo aveva in affidamento dall’incidente del 23 maggio delle funivia del Mottarone, in cui il piccolo aveva perso i genitori, il fratellino di 2 anni e un bisnonno. Il bambino era stato portato in auto in Svizzera e da lì in Israele a bordo di un aereo privato noleggiato nei giorni precedenti da Alon per 46 mila euro, che nel tardo pomeriggio era atterrato a Tel Aviv. Appena due giorni dopo il rapimento, su richiesta dei pm, il gip di Pavia aveva emesso un’ordinanza di custodia nei loro confronti alla quale seguì il Mae per Alon, che con questa procedura potrebbe presto tornare in Italia.

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