Luciano vive a Troia, in provincia di Foggia, è padre di una ragazza con disabilità motoria che utilizza una carrozzina manuale per spostarsi e ha bisogno di un accompagnatore per svolgere quelli che, per altri, sono normali atti della vita quotidiana. Nel 2018 sua figlia è passata dalle scuole elementari alle medie, già di per se una tappa non semplice per qualsiasi studente. In quell’istituto, però, ha trovato all’ingresso una rampa di circa 20 metri senza copertura dal maltempo.
Per tale difficoltà, nell’ottobre 2018, il padre ha dovuto chiedere al Comune di Troia, su cui ricade la competenza, di realizzare una pensilina antipioggia e antivento con annesso parcheggio per entrare nella scuola media Virgilio-Salandra. Copertura che ancora oggi non c’è, nonostante una ordinanza emessa nel luglio scorso dal Tribunale di Foggia che intima all’amministrazione comunale di provvedere in favore della studentessa con disabilità.
Adesso la figlia di Luciano ha 14 anni e ha terminato di frequentare quell’istituto passando alle superiori, ma c’è un altro ragazzo in carrozzina che sta affrontando lo stesso problema ancora irrisolto. In quanto accompagnatore della figlia a scuola, Luciano ogni mattina scaricava dalla macchina la sua carrozzina manuale, montava le pedane, faceva salire la ragazza e percorrevano insieme la lunga rampa. Il problema riscontrato è che anche provvisti di ombrelli ed impermeabili risultava impossibile non farsi una doccia nelle giornate piovose e ventose che, nel loro paese collinare, sono abbastanza frequenti.
Barriere architettoniche a scuola, una storia che parte dal 2018 – “Dall’inizio della prima media di mia figlia ho dovuto – racconta Luciano Cacchio a Ilfattoquotidiano.it – reiterare per iscritto a mezzo PEC più volte queste mie richieste al Comune di Troia il quale non mi ha mai dato risposta”. Così i genitori non hanno abbandonato la loro “battaglia di civiltà e di rispetto dei più fragili”: hanno chiesto aiuto scrivendo prima al Prefetto di Foggia, poi anche al Garante dei diritti delle persone con disabilità di Bari, all’Istituto scolastico Virgilio-Salandra, all’ufficio Regionale del MIUR ed al Ministro per le Politiche Sociali.
Solo da quest’ultimo hanno avuto una risposta ed un aiuto, in quanto il ministero per le Politiche Sociali ha fatto inviare, con urgenza, dall’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, struttura di missione sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri, una doppia nota al Comune invitandolo all’adempimento della loro richiesta per consentire una piena accessibilità in base ai loro bisogni. Il Comune tuttavia è rimasto ancora inerte anche di fronte a questa richiesta.
“Tanto io quanto mia moglie Filomena non siamo persone che amano la lite, ma davanti a questo comportamento omissivo, discriminatorio ed ostinato ci siamo fatti coraggio e, nostro malgrado, ci siamo rivolti tramite un legale di nostra fiducia alla competente magistratura di Foggia che, in data 30/07/2021 ha emesso una apposita ordinanza che condanna il Comune di Troia, nella persona del Sindaco pro tempore, all’esatto adempimento da noi richiesto”. Quello che Luciano e Filomena hanno chiesto e ottenuto dal giudice è la realizzazione del parcheggio raccordato alla rampa, entrambi necessariamente coperti da un’opportuna pensilina antipioggia ed antivento oltre alla condanna per discriminazione indiretta ai danni della figlia, vedendo riconosciuto per lei anche un risarcimento di 4.500 euro. Contattato più volte da ilfattoquotidiano.it, l’ufficio del sindaco di Troia, Leonardo Cavalieri, non ha fornito nessuna risposta in merito alla vicenda.
Il Tribunale si esprime a favore dell’alunna con disabilità ma il sindaco si oppone – A fronte dell’ordinanza del luglio scorso, pur favorevole alla ragazza con disabilità, i genitori sono al contempo rattristati e felici, un’ambivalenza di sentimenti dovuta allo svolgersi proprio dell’intera storia. “Siamo rattristati per aver dovuto fare così tanta fatica (3 anni) per vedere affermato da un giudice un semplice e chiaro diritto ormai stra-sancito da numerose norme per l’inclusione scolastica; ma comunque felici che il nostro sacrificio di tempo, risorse e salute, possa tornare utile ad altri minori con disabilità che frequentano e frequenteranno in futuro la Virgilio-Salandra”.
Il sindaco di Troia non ha realizzato quanto disposto dal Tribunale di Foggia ma anzi ha deciso di fare ricorso. Il 30 settembre scadevano infatti i termini previsti per impugnare l’ordinanza e il primo cittadino ha scelto di percorrere le vie legali, ricorrendo cosi all’appello. “Inizieremo a discuterlo il 26 gennaio 2022 – spiega Luciano -. Nel frattempo quella sentenza del 30 luglio 2021 resta esecutiva. Siamo molto rammaricati perché il Comune ha deciso di accanirsi su questa situazione che poteva essere risolta in poco tempo e con un grande risparmio di risorse pubbliche peraltro”. Le tempistiche hanno un loro peso perché il primo cittadino aveva a disposizione 120 giorni per adempiere.
La normativa è dalla nostra parte, siamo fiduciosi” – Il rammarico di Luciano è forte: “Anziché adoperarsi per fare subito la copertura ed il parcheggio idoneo come anche richiesto dal Tribunale, il sindaco ricorre all’appello pur sapendo che in quella medesima scuola allo stato attuale vi è un altro bambino che ne ha bisogno e chissà quanti altri ancora che, dopo di noi, passeranno per la scuola Virgilio-Salandra”.
Un istituto che presenta ulteriori criticità? “Questa scuola – aggiunge Cacchio – certo non si può ritenere all’avanguardia in tema di abbattimento di barriere architettoniche poiché mancante anche di bagni accessibili tanto al secondo piano quanto nel plesso palestra e non c’è neanche un ascensore che permetta di collegare i piani a vantaggio tanto degli studenti in carrozzina quanto anche del personale che, per età o per malesseri vari, possa trovarsi in difficoltà”. Ogni volta che sono andati ai colloqui, a differenza delle altre compagne di scuola, loro figlia non ha mai potuto partecipare in quanto i professori erano stati dislocati in parte al primo piano e in parte al secondo, in spazi inaccessibili alla ragazza.
Infine per Luciano la cosa “più grave che emerge da questa storia triste è che una famiglia con un minore disabile, già con tutta una serie di criticità da affrontare ogni giorno, per vedere riconosciuti i propri diritti ha dovuto penare per tre anni. Ad oggi nostra figlia frequenta le superiori ma ancora il sindaco si sta accanendo non solo contro i suoi diritti conclamati, ma anche contro quelli di altri ragazzi con disabilità come lei che decidessero di iscriversi presso l’istituto. La normativa in materia – conclude Luciano – è tutta dalla nostra parte, siamo fiduciosi di superare anche l’appello”.